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Archive for the ‘Spiritualità’ Category

Padre Pino Puglisi, trovate intatte le spoglie

16 aprile 2013 5 commenti

Puglisi Cattedrale quindici aprileSuona il carillon della Cattedrale. È sicuramente per lui. Mi trovo qui vicino. Vado a vedere. Dopo diciannove anni e quattro mesi esatti, il feretro di 3P torna nella Cattedrale di Palermo. Chi ha assistito alla riesumazione del corpo di Padre Pino Puglisi in occasione delle prossime cerimonie di beatificazione del martire palermitano ne ha potuto constatare le condizioni di incorruzione.

Dopo la riesumazione il feretro di Padre Puglisi è stato posto nella Cappella delle Reliquie, celato agli sguardi da un grande drappo rosso.

Attraverso un piccolo spiraglio ho potuto “rubare” questa foto.

Buon anno della fede.

10 ottobre 2012 1 commento

DOMANI INIZIA L’ANNO DELLA FEDE

NELLA RICORRENZA DEL 50 ANNIVERSARIO

DELL’APERTURA DEL 21 CONCILIO ECUMENICO

VATICANO II

LA FEDE, FUOCO INTELLIGENTE…[1]

La vita di Francesco

VI anniversario morte Mons.Cataldo Naro.

9 ottobre 2012 1 commento

OMELIA 2012 09 29

Mons.CROCIATA x Naro[1]

Sorprendersi dell’Uomo. Domande radicali ed ermeneutica cristiana della letteratura.

28 agosto 2012 Lascia un commento

A cura di Michele Vilardo.

naro_copertina [al vivo] (1)

Don Massimo Naro,giovane teologo della chiesa nissena,direttore del Centro Studi “A.Cammarata” di San Cataldo e docente presso la Facoltà Teologica di Sicilia di Palermo,si propone con un nuovo ed interessante lavoro dal titolo:”Sorprendersi dell’Uomo. Domande radicali ed ermeneutica cristiana della letteratura”,edito dalla Cittadella editrice. I saggi raccolti in questo nuovo volume si propongono di attenzionare,in chiave teologica e ateologica,le domande radicali della letteratura contemporanea in relazione al senso dell’esistenza umana. Il libro raduna saggi dedicati a poeti e narratori che hanno cercato delle risposte alle cosi dette domande radicali. Nella presentazione al testo il Prof.Giulio Ferroni, docente alla Sapienza di Roma,dice che la “radicalità di queste domande è data proprio dal loro essere semplici,dal loro chiamare in causa l’esperienza di tutti quelli che vivono”.Interrogativi semplici, ma al contempo ultimativi, che vertono su questioni forti quali il perché “del vivere e del morire,sulla sete umana di verità e di giustizia,sulla meschine debolezze del potere,sul confronto tra Dio e il dolore innocente,sulla destinazione ultima e vera dell’uomo”.La tesi di fondo sostenuta dall’Autore è la seguente:”la letteratura,sia quella che parteggia per Dio sia quella che grida contro Dio,la letteratura esplicitamente religiosa ma anche quella ateologica,mostra di non poter rimanere senza Dio. Diventa, insomma, un discorso in cui Dio non è nominato esplicitamente e però rimane altrimenti invocato. Così la letteratura e le sue parole rinviano ad un orizzonte-altro, a cui l’uomo non può smettere di anelare”.Per dimostrare ciò,Naro interpella autori noti e meno noti della letteratura dell’otto-novecento che possono essere iscritti,a vario titolo,in ciò che l’autore definisce letteratura “meridiana”:ossia ciò che altrove è stato fatto da filosofi,soprattutto in Sicilia,è stato fatto da letterati.La lettura che Divo Barsotti fa di Leopardi  e quest’ultimo come testimone  della crisi spirituale moderna. La natura poetica della verità,ossia le questioni radicali nella scrittura letteraria dell’inglese John Henry Newman, probabilmente la vetta assoluta del pensiero cattolico post rivoluzione francese. Nato anglicano e convertitosi al cattolicesimo sino a diventare cardinale,Newman è un singolare miscuglio di teologia e letteratura. Per l’autore inglese,Don Massimo parla di autentica “poesia del pensiero” capace di esprimere nelle sue opere “un orizzonte misterioso sorprendentemente presagito oltre che acutamente interpretato,suggestivamente immaginato,ma anche lucidamente interpretato”.A fare da apri pista per gli autori siciliani è Pirandello con le sue  lanterninosofie,facendo reagire le dichiarazioni di fede dello scrittore isolano (“sento e penso Dio in tutto ciò che penso e sento”)con il suo pensiero scettico o di conclamato agnosticismo,lambendo in certi casi l’azzeramento di ogni fede. Prosegue con la  scrittrice, mistica palermitana, Angelina Lanza Damiani,prendendo in considerazione “la terza interpretazione della vita”.Le tematiche della tanatofilia e della tanatofobia,per dirla con Bufalino, attraversano il pensiero poetico siciliano e l’opera dello scrittore ateologo  Sebastiano Addamo e la verità insultante di Pippo Fava,ucciso da Cosa Nostra. L’Italia umile di Carlo Levi  e la poetica profetica di Mario Pomilio. Le domande radicali non si limitano alla sfera esistenziale e religiosa ma sfidano la stessa modernità facendo i conti con il “disinganno cosmico e religioso”,scrive Naro,che l’epoca moderna impone con prepotenza. Due interessanti capitoli conclusivi sono dedicati alla Bibbia come codice della cultura occidentale  e alla Bibbia musiva presente nei mosaici del duomo di Monreale riletta dal poeta Davide Maria Turoldo e dal teologo Romano Guardini.Scrive Naro “Per Turoldo il duomo di Monreale è un «Eden dell’Arte» e i suoi mosaici sono un «mirabile tesoro» che il popolo di Sicilia ha la responsabilità di «custodire» in forza di una vocazione consegnatagli attraverso una storia ormai plurisecolare e nonostante le ombre negative che smorzano lo splendore di questa stessa lunga e grandiosa storia. Si tratta certamente di una vocazione culturale. Ma non solo: il popolo di cui parla il poeta ha, in questi versi, un profilo ecclesiale e perciò la sua vocazione ha anche una ineliminabile qualità cristiana, dipendente proprio dal suo rapporto con il duomo e, nel duomo, con la Parola di Dio che riecheggia figurativamente nei mosaici. La «grazia» e la «virtù» di questo popolo, la sua nobiltà regale più forte di ogni pur suo infamante «crimine», consistono nel suo stare dentro la reggia – che è appunto la basilica costruita nel XII secolo da re Guglielmo II – e nel leggere, dentro la reggia, dentro la basilica, «le storie di Dio» che vi sono raffigurate su uno sfondo immenso di «pietruzze d’oro».

Guardini,scrive Naro, giunse a Monreale nel pomeriggio del giovedì santo del 1929, mentre vi si stava svolgendo la celebrazione liturgica in coena Domini, e vi ritornò il sabato santo, per la messa pasquale. E perciò ebbe la provvidenziale opportunità di vederne lo splendore artistico non nella sua immobilità e intangibilità museale – come di solito accade al turista che vi si reca semplicemente come tale – bensì rivitalizzato dall’azione liturgica alla quale, sin dalla sua costruzione, era stato destinato. Guardini, dunque, non si limitò a visitare il duomo di Monreale. Più radicalmente: lo visse, ne fece esperienza. Percependolo non come cornice materiale ma come parte integrante di un mistero vivente, in cui – per il suo carattere metastorico – ugualmente sono coinvolti gli uomini di oggi insieme a quelli che li hanno preceduti ieri e che hanno loro tramandato il testimone della fede. I profeti biblici e i santi raffigurati negli immensi mosaici monrealesi sembrarono animarsi agli occhi di Guardini, risvegliati dal fruscio dei paramenti sacri e dai canti dell’assemblea, coinvolti nei ritmi della celebrazione, aggregati alla preghiera del vescovo e dei suoi assistenti. Ma, soprattutto, interpellati dallo sguardo dei fedeli, sguardo di contemplazione attraverso cui il mistero si lasciava raggiungere e si rendeva di nuovo presente. Ciò che colpì maggiormente Guardini, secondo la sua stessa testimonianza, fu appunto lo sguardo orante della gente riunita dentro il duomo. «Tutti vivevano nello sguardo» (Alle lebten im Blick), tutti erano protesi a contemplare, scrive affascinato Guardini, intuendo il valore metafisico di quel contemplare: quegli uomini e quelle donne, vivono – più assolutamente: sono – in quanto guardano, vivono e sono perché spalancano i loro occhi sul mistero.

Infine,l’immagine messa in copertina è tratta da una rivista tedesca, negli anni trenta, i terribili anni del nazismo, diretta da Romano Guardini (la rivista si intitolava “Die Schildgenossen”, che significa “gli scudieri”, i portatori di scudo…). L’immagine fu disegnata da Desiderius Lenz, e vuole indicare il modello dell’uomo nuovo, secondo una visione cristianamente ispirata, che la rivista si proponeva di propugnare tra i suoi lettori, docenti e studenti universitari anti-nazisti. Difatti il titolo dell’immagine è “Kanon des menschlichen Kopfes” (Canone del Capo umano, o del Volto umano).

 M.Naro, Sorprendersi dell’Uomo. Domande radicali ed ermeneutica cristiana della letteratura,Cittadella Editrice,pp.392,euro 22,80.

Parla come feisbuc

31 luglio 2012 2 commenti

Cattolici di destra

 

 

 
 
Ma i cattolici di destra sono più “cattolici” o più “di destra”? Mi si dirà: ma che significa “di destra”? Proprio qui è l’arcano. Anche se essere di destra non significa praticamente quasi niente, sembra che, dicendosi “cattolici” molti intendano proclamare in prima istanza la propria fedeltà ad una certa narrazione identitaria più che alla fede soprannaturale. A quest’ultima è riservato, tutt’al più, un secondo grado di giudizio, un giudizio cartolare. D’appello.

Il dibattito riportato qui di seguito si è svolto su Facebook nei giorni scorsi. Il pre-testo, un video di don Giorgio De Capitani (riportato qui sopra), postato da un blogger sulla bacheca di Antonio Margheriti Mastino, giovane scrittore cattolico, webmaster di Papalepapale di cui ospitiamo alcuni scritti nella Biblioteca di Terra di Nessuno.

 

 

  • Sono masochista, ma non riesco a smettere di guardare i video di questo personaggio, mi incuriosisce, è da studiare, è il delirio di uno psicopatico. Questo video è uno tra i tanti, avevo letto l’articolo di Papalepapale ma sentirlo personalmente è un’altra cosa
    AUTO-INTERVISTA di don Giorgio: video/4.MPG

    http://www.youtube.com

    In questo quarto video dell’auto-intervista don Giorgio spiega perché è un prete “politico”, perché è di sinistra, e di quale sinistra, perché non rifiuta di…
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    • Marina Dionisi piace questo elemento.
      • Giampiero Tre Re Non trovo nulla in quest’uomo che meriti una diagnosi tanto infausta; né, almeno a giudicare da questo solo documento, alcunché in grado di soddisfare qualsiasi seppur blanda pulsione autolesionistica.

        sabato alle 20.24 · Modificato · Mi piace
      • Claudio Ottonello Non era mia intenzione stilare un referto medico. Ho postato questo video, tra i tanti nel suo canale, solo perchè qui si definisce con orgoglio di sinistra, comunista e ateo, e se questo forse non è sufficiente a diagnosticargli un disturbo della mente (ma è opinabile…) lo è di sicuro per quello di complicata riconducibilità alla retta dottrina cattolica.

        sabato alle 21.49 · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino Ah mò ha aggiunto pure “ateo”. Dallo spiritismo conciliare all’alcolismo direttamente è passato. Fortuna che ormai sono ennesimi personaggi del grande zelig italiano, e per questo li considerano. Come dice il mio vecchio maestro dirigente del Pci, non serve attaccare il clero, neppure riderne: è diventato noioso nel suo delirio”.

        sabato alle 22.17 · Modificato · Mi piace · 2
      • Claudio Ottonello Ci sono video in cui si scaglia contro i cattolici che hanno attaccato lo spettacolo di Castellucci o liquida come ridicole falsità le apparizioni mariane, addirittura ritiene prive di senso le confessioni private, e via di omelie assolutamente deliranti o semplicemente eretiche. Uno schifo totale.

        sabato alle 22.22 · Mi piace · 3
      • Antonio Margheriti Mastino Si ma è una vecchissima conoscenza. Non mi riveli nulla di nuovo. E’ innocuo, ha problemi di narcisismo delirante… senza contare qualche problemuccio giudiziario imbarazzante sul quale stendiamo un velo pietoso. Sarebbe bene non perdere tempo oltre dietro questi personaggi e occuparsi di ciò che conta e quello diffondere. L’annuncio cristiano avviene concentrandosi sull’essenziale, non convinci certo la gente denunciando sta roba. E’ solo, nessuno gli sta dietro, lasciatelo segarsi mentalmente dietro la web in santa pace.

        sabato alle 22.46 · Modificato · Mi piace · 1
      • Claudio Ottonello Don Giorgio De Càpitati. No dai poverino, queste battute non danno nemmeno soddisfazione

        sabato alle 22.42 · Mi piace
      • Salvatore Cammisuli All’interno del clero ce ne sono molti poveracci come lui, ultimi relitti della follia di qualche decennio fa. Per fortuna, essendo tutti molto anziani…

        domenica alle 8.10 · Mi piace
      • Giampiero Tre Re La nostra religione giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato?
        Chi dice “pazzo” al suo fratello sarà sottoposto a giudizio.
        Se dice male, dimostratelo. Se dice bene, perché lo insultate?

        domenica alle 13.57 · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino Lo abbiamo ascoltato, riascoltato, sappiamo a memoria quel che dice: è malato pazzo e anche cretino. E questo è tutto!

        domenica alle 14.20 · Mi piace · 1
      • Antonio Margheriti Mastino Per il resto mi occupo d’altro che di trovare attenuanti o aggravanti a degli psicotici.

        domenica alle 14.22 · Mi piace
      • Giampiero Tre Re

        Claudio Ottonello, ti dici “sicuro” (mi permetto la forma confidenziale, vista la tua giovane età) della “complicata riconducibilità alla retta dottrina cattolica” di quest’uomo, ma non fornisci nessuna prova, non citi nessuna autorità, non argomenti questa accusa. Ti fornisco io qualche precedente. Basta dire “sono di sinistra e comunista” per meritare il fuoco della Geenna? Allora manderesti all’inferno tutt’intera la comunità primitiva di Gerusalemme, compreso Pietro e San Luca che ne esalta la prassi della comunanza dei beni: “da ciascuno secondo le sue possibilità a ciascuno secondo il suo bisogno”? Salvatore Cammisuli, ne sono rimasti molti di poveracci di tal sorta, o davvero troppo, troppo pochi? O ciò che scandalizza di più anche chi si proclama profeta, è la sua proclamazione di ateismo, caro Antonio Margheriti Mastino? Molti gloriosi martiri romani come Flavio Clemente e la moglie Flavia Domitilla morirono con l’accusa di ateismo.
        domenica alle 14.30 · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino

        Giampiero smettiamola con la leggenda metropolitana ottocentesca del Gesù primo socialista e gli apostoli primi comunisti. Smettiamola di far finta di non sapere che il marxismo non si riduce al “a ciascuno secondo i suoi bisogni” e di far finta di non aver conosciuto i suoi risultati pratici, smettiamo di ridurre il bisogno dell’uomo a questioni solo materiali, e di non conoscere il significato profondo della parabola del grano e della zizzania come metafora delle aspirazioni fallaci alla “società perfetta” in terra. Smettiamo soprattutto di far finta di non capire che il “comunista” odierno, come questo marxista immaginario di Capitani, non si rifà a Marx ma all’agenda pura e dura del radical-chic. Uno che ha negato tutti i dogmi a uno a uno, che ha smentito tutta la infallibile dottrina morale della chiesa, che ha augurato la morte di Berlusconi, che è pro aborto, pro divorzio, pro matrimoni gay e la promiscuità sessuale, che mette in dubbio la presenza reale, che nega tutto il magistero sociale della chiesa e in finale spara pure che tutto sommato è “ateo”, ebbene, dopo questa lista da colonna infame, mi pare ce ne sia abbastanza per chiudere qua il discorso. Magari tutto questo zelo e questa energia, caro Giampiero, certa gente li impiegasse a a diffondere la sostanza del bimillenario magistero della Chiesa. Purtroppo non c’è niente da fare: da quella parte non se ne ricava niente, oltre il tafazzismo. Ma pure questo Cristo lo aveva predetto…
        domenica alle 14.43 · Modificato · Mi piace · 5
      • Antonio Margheriti Mastino Tutto il resto sono chiacchiere. E ripeto: gradirei che si chiudesse qui il discorso. E che, oltretutto, non mi si postassero queste porcherie ancora sul mio fb. Che sono una perdita di tempo preziosi. Come disse Pappalardo: “Mentre Roma discute, Sagunto è espugnata”.

        domenica alle 14.41 · Mi piace
      • Salvatore Cammisuli Aggiungo una nota di colore: se fossi il suo vescovo lo prenderei a pedate nel sedere (in senso letterale).

        domenica alle 15.41 · Mi piace
      • Giampiero Tre Re

        Antonio, Certo che Gesù non era socialista, ma nemmeno cattolico… Ma, ad ascoltare bene, il “comunismo” e l'”ateismo” di cui parla quell’uomo non sono quelli di Marx, ma proprio quelli di cui si dice in Atti 2,44s e in Diogneto II, 6 e V,7. Non ho sentito altri documenti di questo don Giorgio, non posso dire in coscienza nulla sugli altri capi d’accusa (aborto, divorzio, gay ecc.) che gli imputi. Ma se anche su quelli i giudizi sono sommari, come vedo nel caso presente, allora, sì, sono d’accordo con te, queste accuse sono solo chiacchiere e non meritano la nostra attenzione. La casa brucia ed urgono gravi questioni, come Green Hill, l’assalto dei donatisti alla cittadella cattolica e l’ignoranza della zia abbadessa. Meglio svestire i nostri panni da incendiari e indossare quelli da pompieri.
        domenica alle 16.04 · Modificato · Mi piace
      • Salvatore Cammisuli Si riferisce a Green Hill nel senso che la questione grave è la sperimentazione sugli animali o il culto degli animali di chi vi si oppone?

        domenica alle 15.46 · Mi piace · 1
      • Giampiero Tre Re Ad entrambi gli aspetti, caro Salvatore; nel senso che il giudizio morale di illiceità sulla vivisezione è scontato e che per opporvisi non è affatto necessario idolatrare i cani, basta avere un briciolo di buon senso.

        domenica alle 15.58 · Modificato · Mi piace
      • Salvatore Cammisuli

        Suvvia, professore, non dica certe cose! Con tutti i cristiani che vengono trucidati il problema è la sperimentazione sugli animali? (Tra i problemi urgenti non nomina la legalizzazione dell’aborto e i matrimoni tra sodomiti, temo che sia a favore di queste cose). Dice che Cristo non era cattolico; vede un prete che si professa di estrema sinistra e classista e tenta di difenderlo in nome di Luca e della Lettera a Diogneto… temo che il troppo studio l’abbia portata un po’ lontano dalla realtà: “Paule, multae te litterae ad insaniam convertunt!”. Se il Cristianesimo fosse quello che dite voi, l’avrei lasciato da tempo.
        domenica alle 16.11 · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino

        Salvatore, come dice Messori, a me così caro (ma non lo dice solo lui, l’intera storia cattolica lo grida): il cattolicesimo è un et-et non un aut-aut, proprio dei protestanti. Il dolore per il martirio dei cristiani in Africa non è in contraddizione con l’apprensione per le gratuite atrocità sugli animali, almeno per rispetto alla loro anima sensibile, visto che sono sprovvisti di quella soprannaturale. Tutto si tiene. Quando però il “dolore” per gli animali diventa ideologia, allora non ci siamo più, perchè l’uomo -a sentire gli animalisti- è il “male e il cancro” del creato, mentre l’animale ne deve essere l’emblema più alto, perchè “superiore e migliore dell’uomo”. L’amore per l’animale che diventa odio per l’uomo, a cui è contrapposto, è una bestemmia non solo contro l’ordine del creato… ma contro Dio stesso. Non è un caso che Hitler, Himmler, von Ribbentrop, Goering… erano tutti attivi animalisti e contrari alle sperimentazioni sugli animali, per i quali fecero apposite leggi. Poi ne fecero altre nelle quali era prevista la sperimentazione sugli uomini di “razza inferiore”: magari ebrei,malati, anziani, handicappati.
        domenica alle 16.35 · Mi piace · 3
      • Giampiero Tre Re ‎”Chi non odia suo padre e sua madre e persino la sua stessa vita non è degno di me”; “Chi mette mano all’aratro e poi si volta indietro non è degno di me”; “Non potete servire Dio e mammona”; “Due saranno nei campi, uno preso e l’altro lasciato”; “Chi non è con me è contro di me”. Sono tutti esempi di aut aut evangelici.

        domenica alle 21.43 · Mi piace
      • Giampiero Tre Re

        Caro Cammisuli, permettimi di farti notare che ho detto che il problema della sperimentazione degli animali NON è una priorità; bensì un problema banale, per le ragioni già esposte, a cui tuttavia Mastino attende più che ad altri (per esempio quello da te proposto in questo forum). Mi fai troppo onore, Salvatore, citandomi Atti 26,24: la follia di Paolo è la stessa di Cristo. Ma temo l’abbia fatto distrattamente, come irrimediabilmente distratta si dimostra dai tuoi commenti tutta la tua lettura di questi colloqui. Quanto alla frase: “Se il Cristianesimo fosse, ecc.”, permettimi, chi ha detto cosa del cristianesimo? E tu, tu che ne dici, cos’è per te il cristianesimo? Non voglio una risposta per me, ma per te. Dopo di che, solo dopo, potrai decidere se restare o andartene.
        domenica alle 22.06 · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino

        Aut-aut una mazza. L’adesione a Cristo contempla in sè tutto e il cattolicesimo “vuole tutto” per dirla alla Guitton. Scegliere Cristo non significa rinunciare a tutto il resto, ma superarlo mantenendolo, apprezzandolo in senso più vivo e più profondo. Se vogliamo fare il giochetto meschino delle frasette estrapolate dalla bibbia alla protestante maniera allora buttiamo sulla bilancia: IO NON SONO VENUTO PER DISTRUGGERE, MA PER FARE NUOVE TUTTE LE COSE.
        domenica alle 22.49 · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino il cristianesimo poi, non è un mantra, uno psicologismo, un lezioso macerarsi soggettivo: E’ nè più nè meno di quello contemplato nel Credo.

        domenica alle 22.51 · Mi piace
      • Giampiero Tre Re In quale “Credo”? Quello Niceno-costantinopolitano, quello cosiddetto degli apostoli, quello di Paolo VI, quello di Messori? Il cristianesimo monolitico e monologante che immagini non è mai esistito. Anzi, codesta idea di un metastorico monocolore cristiano è in curiosa contraddizione con lo schema inclusivo (et-et) intestato al cattolicesimo, contrapposto a quello discriminante (aut-aut) il cui copyright apparterrebbe protestantesimo. Stupidaggini apologetiche, teologia scadente. Poiché chi cerca trova, troverai una tonnellata di versetti biblici a favore et dell’una et dell’altra, a riprova del fatto che questo schema messoriano non spiega un bel nulla. Detesti l’uso che il proselitismo protestante fa della bibbia? Anch’io. Allora mettiamo da parte anche il proselitismo cattolico, per favore, e ragioniamo con le nostre teste. Quando chiedo al Cammisuli di dire cos’è per lui il cristianesimo, non faccio psicologismi: lo invito a esplicitare le ragioni della speranza che è in lui, le ragioni del suo sì a Cristo.
        Su tutto il resto che hai detto possiamo parlare.

        Ieri alle ore 1.44 · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino

        Giampiero, dopotutto se alla stregua di ogn frequentatore anni 70-80 di pontifici istituti teologici regionali hai deciso di fare dell’intellettualismo e dunque di disegnarti un cattolicesimo su misura, liberissimo di farlo. Non per questo il cattolicesimo così com’è nè è minimamente smentito o sminuito. Le mode ideologiche intellettuali teologiche esegetiche passano, l’essenziale resta. In chi lo vuole accogliere. Non ho altro da aggiungere.
        Ieri alle ore 1.47 · Mi piace · 1
      • Antonio Margheriti Mastino

        E onestamente questa teologite fumosa e verbosa, non impressiona più nessuno, perchè ha rivelato il vuoto su cui si basa (che sarebbe assoluto se non lo riempisse in parte la superbia e l’orgoglio): qualcuno impressionava e persino convinceva ancora fino ai primi anni ’80… Adesso, chi vuole stare a sentire vuol sentire di Cristo morto e risorto, non delle teorie da teologite acuta. Che hanno portato alla perdita della fede di molte belle teste: se l’albero si giudica dai frutti…
        Ieri alle ore 1.50 · Mi piace · 1
      • Antonio Margheriti Mastino

        E poi questa spocchia tipica del teologo medio che montava in cattedra negli anni ’70 a dare dell’inferiore e dell’ignorante a tutti… ai fedeli, ai pubblicani nel tempio, al papa, a Cristo… perchè solo lui era il super intelligente che aveva capito tutto… se allora poteva persino essere scambiata per autorevolezza (invece che per arroganza, che nasce quasi sempre dalla vera ignoranza, che è la mancanza di saggezza, che a sua volta scaturisce dalla virtù) adesso, onestamente, fa ridere.
        Ieri alle ore 1.53 · Mi piace · 1
      • Antonio Margheriti Mastino Tipicissima poi quella frase: “apologetica da teologia scadente”… che era l’accusa tipica con la quale gli sprezzantissimi teologi post-conciliari bollavano e mettevano in soffitta l’apologetica… mutandole persino nome negli corsi teologici. Notoriamente Gesù teneva lezioni di filologia romanza…. non parlava per parabole. Ah… dimenticavo… stando ad alcuni teologi manco è esistito Cristo. Perdon!!!!

        Ieri alle ore 2.00 · Mi piace
      • Salvatore Cammisuli

        Prof. Tre Re, avevo estrapolato la frase dal contesto solo per smorzare i toni. =) Mi chiede cos’è il Cristianesimo “per me”? Lo stesso che è per qualunque cristiano. Avrei necessità di dare una mia lettura personale della fede se questa fosse “un cieco sentimento religioso che emerge dall’oscurità del subcosciente per impulso del cuore e inclinazione della volontà moralmente educata”. Mi è stata annunciata la Rivelazione, sono convinto della sua autenticità e vi aderisco col mio intelletto: non ho bisogno di cucirmi una fede su misura.
        Ieri alle ore 12.51 · Modificato · Mi piace · 2
      • Giampiero Tre Re

        Antonio, perché senti il bisogno di inquadrarmi? Temi che le tue armi dialettiche funzionino solo con il “tipico” nemico confessionale che ti sei fatto nella tua mente? Beh, io non sono quello. Il ritratto, anzi la caricatura, del “tipico” teologo medio che hai fatto non mi somiglia neanche un po’. Del resto basta fare due conti. Ho studiato teologia al centro della cattolicità, nelle più importanti istituzioni pontificie del mondo. Ho insegnato teologia e sono stato il più giovane docente di teologia d’Italia, ma ovviamente non negli anni ’70 quando non ero neppure maggiorenne, ma negli anni ’90, sotto Giovanni Paolo II e Ratzinger prefetto della Congregazione per la Fede. Hai preso di petto la “tipica” funcia di cantoniera (non traduco perché sei periferico e “regionale”, come me). Non prendertela, succede anche ai migliori.
        Ieri alle ore 13.27 · Modificato · Mi piace
      • Giampiero Tre Re

        Ma quand’anche io fossi davvero il teologista verboso, fumoso, intellettualista, arrogante, ignorante, affetto da complesso di superiorità e negatore dell’esistenza storica di Cristo (un po’ troppo per una persona sola, no?) che hai in abominio, che conterebbe ciò sull’oggettiva verità o falsità degli argomenti? Se sono falsi dimostralo. Se è la mia indegnità morale ad inficiarli ti sarà ancora più facile smontarli: è un invito a nozze, no? Ma se non ti curi di argomentare e invece di dimostrare falsi gli argomenti altrui spendi tutta questa foga a dimostrare quanto è cattivo il loro portatore, beh, francamente l’impressione che ne risulta è che non ne sei capace.
        23 ore fa · Modificato · Mi piace
      • Giampiero Tre Re

        Bene, Cammisuli. Visto che per te il cristianesimo è lo stesso che per qualunque cristiano, allora per te il cristianesimo è quello che è per me. Spero infatti che, così dicendo, tu non intenda affatto sostituirti al buon Dio per giudicare il foro interno del cristianesimo altrui. Per me il cristianesimo è proprio la follia della croce di cui ad Atti 26,24 (frase troppo profonda, sia detto sommessamente, en passant, per l’uso che ne fai). Per me tutta la teologia è cristologia, cioè theologia crucis. Il principio di questa teologia è precisamente la Rivelazione, esattamente come per te. E precisamente: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Una teologia “agnostica” dunque (nel senso che “NESSUNO” ne “conosce” l’oggetto, Dio), che accetta come sua unica possibilità di essere quella di essere scienza SINGOLARE che il Figlio ha del Padre rivelata al singolo credente (“colui al quale…”).
        23 ore fa · Mi piace
      • Salvatore Cammisuli Parlando di teologia agnostica, non si corre il rischio di cadere nell’errore di chi crede che, dal momento che nessuno conosce Dio, è impossibile – se non inutile – parlarne?

        23 ore fa · Non mi piace più · 1
      • Giampiero Tre Re Io credo di no. Il carattere “agnostico” della theologia crucis non dice che è inutile parlare di Dio, bensì che non è prioritario il parlarne. Prioritario è l’ascolto.

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      • Salvatore Cammisuli Incuriosito, ho cercato “theologia crucis” su Google. Mi ha rimandato alla pagina “Teologia della Croce” di Wikipedia, dove si fa riferimento al pensiero di un teologo tedesco, già membro dell’Ordine di Sant’Agostino. È la stessa cosa di cui parla lei?

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      • Antonio Margheriti Mastino

        Antonio Margheriti Mastino Si corre il rischio delle chiacchiere. Essendo il cristianesimo neppure una religione ma un Fatto, anzi… proprio una Persona. E incontro con Essa. Conoscendo Cristo, essendo questa religione trinitaria, abbiamo conosciuto Dio. Non c’è altro da sapere. La verità è che Giampiero ha (lo confermo) ha PROPRIO TUTTI i tic di colui che è venuto fuori (e non è un merito, non per quegli anni) dagli istituti teologici: come tutti i suoi (cattivi) maestri HA IN SOMMO ORRORE LA NECESSARIA MATERIALITà DEL CATTOLICESIMO. Per questo vuol anche ridurre in teorema e magari in teologia agnostica (altra stravaganza da istituti teologici) un Fatto e una Persona. Come scrissi qualche tempo fa: il teologo a la page post-conciliare proponendosi di fare del “solo cristocentrismo” (questa polemica scienza amena) giunge poi a fare del “solo egocentrismo”.
        23 ore fa · Modificato · Mi piace · 1
      • Antonio Margheriti Mastino Io non devo mostrare che sono false (non sempre) le tue argomentazioni: hai a disposizione un intero magistero pontidicio, tutto il catechismo cattolico, tutta la dottrina: confronta quel che dici con quel che dice la chiesa. Se divergi, non è che è sbagliata la chiesa… sbagli tu.

        23 ore fa · Mi piace
      • Giampiero Tre Re Salvatore, “Theologia crucis” così come lo usiamo qui non designa una corrente teologica (anche se in passato ve ne sono state con questo nome). Qui significa teologia CHE E’ la croce. Il fatto, come dice bene Antonio, carico di un senso indicibile, della morte di Dio sulla croce. La radice biblica di questa teologia è paolina: cfr. Fil 2,6ss.

        22 ore fa · Mi piace
      • Giampiero Tre Re Antonio, continui a partire da principi generali (che poi sono tue ubbie) per dedurne come sarei, come non sarei, i miei tic, i miei maestri…; tra un po’ te ne uscirai che uno così deve per forza avere il colesterolo alto e i trigliceridi tipo percolato di discarica abusiva.

        22 ore fa · Modificato · Mi piace
      • Antonio Margheriti Mastino Secondo me hai un po’ di anemia mediterranea… tengo l’occhio clinico 😉

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      • Giampiero Tre Re Di malattie mediterranee mi riconosco la suscettibilità, ma l’anemia falciforme, no. Almeno quella.

        22 ore fa · Mi piace
      • Gianluca Marletta Troppo folkloristico per fare danni seri (P.S. un anno fa, non so perché, mi chiese amicizia, credo di averlo ancora…).

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      • Dorotea Lancellotti

        Gentile Giampiero, primo intervento a questo spazio ^__^ le confermo il DELIRIO di onnipotenza di questo povero e misero sacerdote che ha bisogno della nostra compassione e infinite preghiere…. Quando il Papa fece il Summorum Pontificum nel 2007 in favore della Messa nella forma antica, egli rispose con un provocante articolo CONTRO…. certo mica contro il Papa apertamente, ma dando praticamente del demente al Papa, sclerotico… e il titolo era MERDA IN LATINO…. si ha letto bene!! per de Capitani la Messa nella forma antica che ci rammenta il genio di san Gregorio Magno, e perciò dette anche Messe gregoriane… per questo sacerdote sono MERDA…
        21 ore fa · Mi piace
      • Dorotea Lancellotti

        P.S. certo che de Capitani è stato richiamato dall’allora Tettamanzi almeno una decina di volte…. gli venne anche tolto l’incarico pastorale…. ma con il LINGUAGGIO CONCILIARE della politica corretta oramai si chiude un occhio per tutto! UN PESSIMO SACERDOTE, pure vigliacco perchè si trincera dietro i suoi video megalomani… narcisisti…non risponde alle email e se lo fa, ti manda a fare in culo senza mezzi termini….. se gli scrivi che il Papa ha detto una cosa lui ti risponde che tu hai capito male, oppure che il Papa è sclerato…. è uno di quei sacerdoti progressisti delusi dal fatto che il Concilio non era ciò che dicevano loro e non era la nascita di una nuova chiesa modernista. c’hanno provato, ma gli è andata male anche se di danni ne hanno fatti tanti e gravi!! preghiamo per lui…. temo che la demenza senile lo stia ìtenendo sotto scacco-matto 😉
        21 ore fa · Mi piace
      • Dorotea Lancellotti Una domanda solo a don Giorgio: se dice di essere anticlericale perchè resta ancora prete e stipendiato da noi? perchè non va a zappare la terra?

        21 ore fa · Mi piace · 1
      • Antonio Margheriti Mastino Ma non è per don Giorgio che vi ho taggati, ma semmai per dare un’occhiata alle affermazioni di Giampiero Tre Re.

        20 ore fa · Mi piace
      • Dorotea Lancellotti ‎Antonio la mia prima e seconda risposta è proprio a Giampiero ^__^ e se vai nel link su youtube dove don Giorgio ha un suo canale…. leggerai degli osanna anche peggiori ^__^ io a Giampiero ho fatto presente il danno morale e religioso di questo sacerdote che, come direbbe santa Caterina da Siena fa IMUTRIDIRE il giardino della Chiesa e questo perchè ci sono i Giampiero di turno che non ne vedono il marciume….

        19 ore fa · Non mi piace più · 1
      • Claudio Ottonello Vedrò di non postare più porcate allora.
        Giampiero, rispondo brevemente alle domande che inizialmente mi ha posto, poi lascio il resto del dibattito agli altri, molto più preparati di me. Se affermo che l’essere di sinistra e comunista sia incompatibile con la dottrina cattolica non devo fornire alcuna prova, è sufficiente conoscere la dottrina cattolica e i significati dei due concetti precedenti. La sinistra ha un nucleo valoriale intrinsecamente anticristiano, ha tante caratteristiche e variabili che si modificano nel tempo e nelle culture ma l’elemento davvero caratterizzante, sempre presente, è il nucleo di principi che si fondano e mirano al rovesciamento dei valori non negoziabili e del diritto naturale in nome della libertà individuale; questa è la sua caratteristica da quando nacque nel 1789 ed è il filo che accomuna la storia della sinistra da quel momento in poi. Quindi dirsi cattolico e di sinistra è una contraddizione, se le parole hanno un senso.
        Lo stesso vale per l’essere comunista e ispirato ai presupposti ideologici e alle elaborazioni di Karl Marx, come è don Giorgio, e come saprebbe anche lei se avesse letto i suoi scritti (si procuri Manifesto del Cristianesimo) o anche solo visto i suoi video. E mi pare che non le debba spiegare come, anche qui, le due cose siano incompatibili. Dire che san Pietro o san Luca erano comunisti o socialisti significa giocare, forse in buona fede, sul significato ambiguo delle parole.
        “Molti gloriosi martiri romani come Flavio Clemente e la moglie Flavia Domitilla morirono con l’accusa di ateismo”, benissimo ma che c’entra questo con un prete che si definisce ateo?
        Se tutta questa discussione nasce dal fatto che non conosce ciò che pensa don Giorgio De Capitani, semplicemente, si informi. Se invece nasce da un’identificazione nelle sue parole, il problema è più serio.

        18 ore fa · Modificato · Mi piace · 1
      • Dorotea Lancellotti

        Applaudo al dono della sintesi ma anche dell’ottima disamina di Claudio ^__^ aggiungo solo a Giampiero di tenere a mente che anche nei primi secoli si presentava il problema di cattolici che si lasciavano abbindolare da certe politiche ritenendole idonee con il cristianesimo, è per questo che già con sant’Ireneo e riportato poi da Benedetto XV (non XVI ^__^) la famosa frase intramontabile: «Questa è la fede cattolica; chi non la crede fedelmente e fermamente non potrà essere salvo»(28); o si professa intero, o non si professa assolutamente. Non vi è dunque necessità di aggiungere epiteti alla professione del cattolicesimo; a ciascuno basti dire così: «Cristiano è il mio nome, e cattolico il mio cognome»; soltanto, si studi di essere veramente tale, quale si denomina.
        “AD BEATISSIMI APOSTOLORUM” di Papa Benedetto XV
        18 ore fa · Mi piace · 1
      • Giampiero Tre Re

        Grazie, Antonio di avere richiamato l’attenzione di questi amici sul nostro dibattito. Vede, Dorotea, Antonio stesso le dice che Don Giorgio non è il tema della discussione. Non conoscevo don Giorgio prima che Claudio ne mettesse qui un post. Non sono un fan di don Giorgio, non ho difficoltà ad ammettere che questo è l’unico documento che conosco su di lui e su cui posso esprimere un giudizio. Don Giorgio non m’interessa come persona. E qual è allora il tema? Non è così facile dirlo, per me. Forse potrei dire che la mia curiosità era attirata da cosa potesse spingere persone che si dicono cattoliche a 24 carati ad abbandonarsi a una sorta d’intemperanza verbale, incontinente fino alla violenza di scrivere cose come “disturbato mentale”, “malato, pazzo, cretino”, “relitto di follia”. Per non dire dell’implicito rimprovero mosso da qualcuno alla saggezza dell’arcivescovo Tettamanzi per non aver proposto più generose dosi di mezzi di correzione all’attenzione dell’eretico fondoschiena… “Lo è davvero, eretico e blasfemo”, si può dire (e lo avete detto); “basta guardare altri suoi video, leggere discorsi ecc.”. Il fatto è, cara Dono Superno, che QUESTO video può essere interpretato anche in maniera benevola (come ho già dimostrato a sufficienza) ma non avete VOLUTO farlo, certi del vostro giudizio già espresso su documenti analoghi in precedenza. Avete mostrato più attaccamento al vostro giudizio che al bene di questa persona, che forse sta chiedendo solo un po’ di attenzione. Sorvolo sul fatto che anche a me sono state riservate premure del tipo “Ci sono i Giampiero di turno che non vedono il marciume”, facendo del mio nome quasi sinonimo di scelleratezza, pur non potendomi fregiare del privilegio di conoscere la gentile latrice della suddette attenzioni nei miei confronti.
        Ecco forse posso dire che è questo che m’incuriosiva, dover constatare il fatto che ci scandalizziamo di cose diverse.
        14 ore fa · Mi piace
      • Dorotea Lancellotti

        No Giampiero…. questo video è di una blasfemia DOTTRINALE che è grave proprio perchè detto e fatto da un sacerdote…. vede, se a parlare fosse stato un laico amen! ma da un prete no… è inaccettabile! Lei stesso afferma di non conoscere cosa questo prete si diletta a dire e se anche Antonio dice che l’argomento non è il prete ma ciò che lei Giampiero dice, i due argomenti si intrecciano. Non volevo offenderla nel dire che “Giampiero non vede il marciume”, anche lei è vittima dei suoi stessi giudizi come attribuisce agli altri, perchè io le ho parafrasato santa Caterina da Siena che incolpava anche quei laici che venuti a conoscenza delle scelleratezze di certi preti, TACEVANO o facevano finta di non sentirne il marciume che questi procuravano, che si turavano il naso con blande giustificazioni ^__^ Sant’Antonio di Padova quando doveva bacchettare i prelati dal pulpito li chiamava persino MAIALI…. Ci si deve scandalizzare per le cose giuste non per le proprie opinioni…. gli scandali sono necessari dice Gesù, ma guai a chi procura lo scandalo…. un prete che dice che Gesù è stato il primo comunista della storia da scandalo, è fermo al ’68, è uno stolto, termine molto usato nella Bibbia….un prete che dice di essere anticlericale è uno stolto e persino infingardo perchè non si dimette e continua ad usufruire degli ONORI che tale posizione gli da e viene pagato per non fare nulla, viene pagato per ingannare gente come lei che pur dicendo di non conoscerlo si lascia scandalizzare da chi le dice qualcosa perchè lo conosce…. e sa di cosa si parla… Dunque, riepilogando, qual’è allora il suo tema? si lasci incuriosire senza dubbio che certe critiche a tal prete sono più che giuste e giustificate! 😉
        14 ore fa · Mi piace
      • Giampiero Tre Re

        Credo che da un lato lei stia giudicando troppo precipitosamente, cara Dorotea, dall’altro si esponga alla stessa critica di anticlericalismo che lancia contro quest’uomo, che si dichiara ministro di Cristo. Con ogni probabilità don Giorgio condivide il suo entusiasmo per le rampogne rigoriste di Caterina e Antonio da Padova contro il clero. Penso che don Giorgio chiami “anticlericalismo” proprio quest’atteggiamento profetico di severità nei confronti delle indegnità del clero, che dal donatismo giunge ai nostri giorni, passando per Savonarola, Lutero e Pascal. Ma mi permetta di fare prima una precisazione a cui tengo molto. Non sono andato a guardare gli altri video di don Giorgio non per scarso rispetto verso i miei interlocutori, ma proprio perché il video è diventato, strada facendo, solo un pretesto e pertanto un caso esemplare. Insomma, che sia questo video o un altro ha al momento meno importanza rispetto al tema vero, che riguarda i modi della comunicazione nella Chiesa. So che anche Antonio Margheriti Mastino è molto sensibile a quest’aspetto e credo di non sbagliare se dico che quando ha attirato l’attenzione su quello che dicevo era proprio questo che aveva in mente. Se non è così, chiedo venia fin d’ora.
        De Capitani usa un linguaggio paradossale, cosa comune nel profetismo; perciò non credo che il video sia blasfemo nelle intenzioni, anche se non nego che il messaggio che arriva possa suonare per tale, cosa, del resto, comune, anche questa, nel profetismo. Del termine “anticlericale” abbiamo già detto. Lo stesso di “comunista” e “ateo”. Sono parole che usa in maniera volutamente ambigua, per la loro carica emotiva, altra tecnica abbastanza praticata in un certo tipo di omiletica. Infatti spesso don Giorgio aggiunge l’espressione “nel senso che”, o simili. Quando per esempio Gesù dice il “Figlio verrà come un ladro”; non significa che lui affermi di essere dedito alle ruberie. Così l’espressione “comunista” può ricevere un’interpretazione che sradica il termine dal terreno filosofico marxista o sessantottino per andare a ricoprire un’area semantica e simbolica del tutto compatibile con le ambientazioni bibliche della chiesa primitiva di Gerusalemme. Lo stesso dicasi per “ateo”. Quanto all'”essere di sinistra”, De Capitani stesso dice più volte che la sua sinistra “non esiste”. E’ un tratto utopistico che ritroviamo abbastanza spesso nei predicatori apocalittici, messianici, millenaristi. De Capitani è un profeta, un predicatore escatologico? Può darsi di no. O forse sì, e ciò ne fa, per qualcuno, un perfetto candidato alla sindrome da fine del mondo. Ma badi bene, gentile Dorotea, nessuna di queste ipotesi ne fa CERTAMENTE un blasfemo. Abbiamo il dovere di ascoltare l’altro concedendogli il beneficio, ove sia possibile, dell’interpretazione benevola. Quello che si può rimproverare a quest’uomo, in questo video, è, al massimo, un linguaggio un po’ ambiguo; ma nessun giudice di questo mondo lo condannerebbe per questo, pensate che lo condannerebbe il Giudice di quell’Altro? Ciò che ritengo possa darsi per certo è che i suoi superiori hanno agito e agiranno nei suoi confronti in maniera più avveduta e motivata di quanto non sia in grado di fare chiunque semplicemente guardando dei video e soprattutto più di chiunque a cui non competa.P. S. Lei non deve scusarsi di nulla nei miei confronti, cara Dorotea. Io non mi sento toccato dalle sue critiche, perché so che sono rivolte ad una persona immaginaria, che non corrisponde a me.
        10 ore fa · Mi piace
      • Claudio Ottonello

        Mi scusi Giampiero, io non capisco. Se c’è qui qualcuno che giudica “precipitosamente”, che “interpreta”, che “mostra più attaccamento al suo giudizio che al bene di questa persona” è solo lei! Afferma di non conoscere altri documenti oltre al video, e allora perchè si contrappone a chi li conosce? Perchè parla senza sapere? Qui c’è chi le dice che don Giorgio si è speso più volte a favore dell’aborto, del matrimonio gay e dell’eutanasia, e che quel video non è che il corollario (che io ho scelto proprio per questo) di posizioni sostanzialmente incompatibili con la dottrina cattolica e, appunto, di sinistra, nel senso più classico e banale del termine.
        Ripeto, l’unico che parla senza sapere è lei. Antonio ha giustamente detto di conoscere le sue farneticazioni da anni, Dorotea lo conosce altrettanto bene, perchè allora non si rimette al loro giudizio anzi che divertirsi a utilizzare la sua vis polemica? Non leggo altro che ipotesi nei suoi commenti, “non credo che”, “può ricevere un’interpretazione che”, “sono parole che usa in maniera volutamente ambigua”, “potrebbe essere un profeta”; dato che però esiste un backgorund che si deve necessariamente avere per comprendere le parole di don Giorgio (appunto per evitare di scambiarlo per un predicatore non compreso) e lei non ce l’ha, cosa parla a fare? Perchè non si informa? Perchè non spulcia il sua canale di youtube? Perchè non va nel suo sito? Perchè ipotizza quando gli altri affermano?
        Non continui a utilizzare sofismi, ci furono tanti santi non compresi e non subito apprezzati, pensi a san Pio da Petralcina, che però erano interamente cattolici apostolici e romani, la cui ortodossia non era da mettere in discussione, cosa che non si ripete, per chi conosce il materiale, in questo caso (non a causa di un giudizio sommario sul video, come il suo ma di segno opposto, bensì in base a tutto ciò che la penna e la bocca del prete hanno prodotto).
        Vuol far avere un esito utile a questa lunga e per certi versi inutile discussione? Si informi sulle posizioni di don Giorgio, a quel punto potrà dire cosa ne pensa senza intrpretare nè ipotizzare, magari continuando a non essere d’accordo con quanto affermato prima, in ogni caso sapendo di cosa e di chi si parla.
        Non mi sembra il caso di tirare la discussione ancora per le lunghe, siamo sulla bacheca di Antonio, che appunto non mi sembra interessato, quindi direi di finrla qua.
        4 ore fa · Modificato · Mi piace
      • Dorotea Lancellotti

        No Giampiero, lei confonde la PREDICAZIONE alla quale un sacerdote è chiamato, dall’ideologia che proclama quando non si comporta come sacerdote…. Il Sacrdote viene investito di autorità a riguardo dei SACRAMENTI e di quel DEPOSITO FIDEI che ha il dovere di tramandare, punto! se un sacerdote vuole fare e dire altro ha il dovere di abbandonare quel ruolo e fare altro…. A lei le sfugge che nessuno qui sta giudicando LE PERSONE nè la persona del prete don Giorgio, nè la sua di Giampiero, ma si sta giudicando ciò che dice un SACERDOTE e ciò che dice lei che pur riconoscendo di NON conoscere il sacerdote di cui si parla, interviene invece come se conoscesse bene la situazione…. Adesso lei arriva a giudicare persino santa Caterina da Siena DOTTORE DELLA CHIESA e un sant’Antonio da Padova pur di difendere LA SUA OPINIONE…. Ci rifletta, lei sta difendendo LE SUE IDEE E LA SUA OPINIONE, UNA SUA IMMAGINE PERSONALE DI CHIESA, lei giudica ma in modo soggettivo…. certo, anche noi poniamo dei giudizi sui FATTI ma in modo oggettivo richiamando a quei DOVERI verso i quali sacerdoti e laici sono chiamati, al contrario lei difende solo quei DIRITTI associati ad una chiesa del fai da te…. Un SACERDOTE NON VIVE DI UTOPIE neppure provocatorie quando parla di sinistra…. san Paolo mette in guardia DAI DISCORSI “PERNICIOSI” e Gesù stesso insegna: il vostro parlare sia si, si-no, no, perchè il di più viene dal maligno! ^__^ NON ABBIAMO AFFATTO ALCUN DOVERE DI ASCOLTARE CHI FA DISCORSI PERNICIOSI, al contrario, dobbiamo fuggirli ^__^ i suoi superiori purtroppo temeno di più lo scandalo, questo sacrdote ha minacciato DI NON ANDARSENE anche se venisse sospeso a divinis…. con tale ricatto la diocesi di Milano teme che egli possa fare più danno da sospeso a divinis che non nelle condizioni attuali, CONFIDANDO NEL SANO DISCERNIMENTO DEI FEDELI e che se ben ponderatop sanno benissimo che questo sacerdote è meglio considerarlo “fuori di testa” che eretico perchè dandogli del folle lo si sta già giustificando a Dio “non sa quello che dice, quello che fa, perdonalo!!” se venisse sospeso a divinis, sarebbe responsabile e dichiarato responsabile dei danni che sta facendo…..Inoltre, il fatto che dal Concilio si è deciso di non scomunicare più con tanta leggerezza, non significa che il sacerdote che parla da eretico sia nel giusto, LE REGOLE E LE LEGGI DELLA CHIESA NON SONO CAMBIATE….. ci rifletta!
        4 ore fa · Mi piace · 1
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        Giampiero Tre Re Se io difendo una mia immagine personale di Chiesa, lei, Dorotea, che difende? C’è qualche esponente del magistero ecclesiastico qui, qualche membro della Congregazione per la dottrina della fede?
        Scusi, Dorotea, quando e dove avrei giudicato Santa Caterina? Semmai ho detto che lei si sente un po’ santa Caterina, in questo somigliando a don Giorgio. Ma notoriamente lei non è Santa Caterina e, al di là di tutto, la differenza tra Santa Caterina da un lato e lei e don Giorgio dall’altro, sta nel fatto che al tempo di Santa Caterina non vi era un’autorità ecclesiastica istituzionale certa, perdurando la cattività avignonese. Ma oggi sì. Perciò La seconda parte del suo commento mi pare più ragionevole: lasciare che giudichi chi ne ha competenza, evitiamo di riesumare i tribunali della santa inquisizione su feisbuc.

        54 minuti fa · Mi piace
      • Giampiero Tre Re

        Mettetevi d’accordo, Lancellotti e Ottonelli: o esprimo giudizi, come dice Lancellotti, o solo ipotesi, come sostiene Ottonelli. E’ solo ed esclusivamente per un senso di giustizia nei confronti di De Capitani che dichiaro di non conoscere di costui altro che questo video; le mie valutazioni si limitano intenzionalmente e rigorosamente a QUESTO video, proprio perché l’unico giudizio consentito al cristiano è sui fatti, non sulle persone. E i fatti si presentano uno per volta; se volete, un video per volta. Allo stesso modo ritengo scorretta e pretestuosa ogni illazione e abduzione su ciò che IO penserei procedendo da argomenti contenuti ALTROVE e sostenuti da ALTRI.
        E’ altresì per un senso di giustizia, non per scarsa fiducia alla vostra parola, che intendo escludere da queste mie considerazioni la valutazione di cose dette dal de cuius in altri video. Non si giudica per sentito dire. Invece, nonostante lei protesti il contrario, e, ne sono certissimo, al di là delle sue buone intenzioni, cara Dorotea, lei, Ottonelli e anche Antonio Margheriti Mastino giudicate proprio le persone; probabilmente, voglio credere, per scarsa informazione. E questo per due motivi: primo nessuno di voi è giudice competente, in altre parole: non siete investiti dell’autorità di giudicare, cosa che spetta ai superiori di don Giorgio. Secondariamente, anche un milione di ore di video (lo dico anche per Ottonelli) non renderebbe derogabile ai fini del giudizio il diritto di difesa all’accusato, convocandolo e sentendolo personalmente. Vogliamo dare un esito a questa discussione di lana caprina? Bene, Ottonelli, allora usciamo dal personale. Le fornisco questo, di esito: Per il cattolico non esiste motivo in questo mondo né in quell’Altro per trattare con diverso rispetto e considerazione, Padre Pio, il Papa, il comunista e il bestemmiatore (presunto).
        51 minuti fa · Mi piace

Tre donne una domanda:Hannah Arendt-Simone Weil-Edith Stein.

4 luglio 2012 Lascia un commento

Donne e filosofia,un’accoppiata difficile,forse impossibile.Eppure nel Novecento tre grandi figure  hanno lasciato traccia profonda nella cultura del secolo .Vengono ora rievocate in un vivace saggio della psicanalista lacaniana Giuliana Kantzà.

Tre donne tre passioni:per la giustizia,per la mistica,per la ragione. Tre donne unite dall’ebraismo e pertanto colpite dalla persecuzione nazista. Un’opera assai limpida e gradevole che mescola insieme  le drammatiche vicende delle tre israelite con le loro riflessioni filosofiche.

Simone Weil(1909-1943),comunista e bolscevica,lasciò l’insegnamento della filosofia per lavorare alla Renault.Fù brevemente in Spagna per combattere il regime di Franco.Fuggì negli USA e poi in Inghilterra per sostenere la resistenza di De Gaulle.Frattanto andava maturando il suo rifiuto del comunismo.Ammirava Gesù ma odiava la chiesa,così come odiava gli ebrei “popolo maledetto”.

Edith Stein (1891-1942),testimone e martire di due fedi:quella ebraica e quella cristiana. Vide tra le due religioni una continuità piena e lo mostrò assumendo come giorno del battesimo il 1 gennaio1922,festa insieme ebraica e cristiana. Docente universitaria al seguito di Husserl,la lettura della “Autobiografia” di santa Teresa D’Avila la condusse al cristianesimo e alla clausura del carmelo. Studiosa di san Tommaso D’Aquino ne valorizzò la filosofia,ma mostrò che solo la mistica era definitiva secondo l’insegnamento della “noche obscura de alma”di San Giovanni della Croce.Per sottrarla alle persecuzioni naziste fù mandata da Colonia in Olanda dove venne arrestata e trasferita ad Auschwitz e subito uccisa insieme ad una sua sorella.

Hannah Arendt studiò a Marburgo dove conobbe Martin Heidegger.Si salvò dal nazismo prima in Francia,poi negli Usa.Alcune sue opere hanno segnato la cultura del secolo:anzitutto il “totalitarismo”,acutissima indagine che definisce quella tragica novità del Novecento,che accomunava  comunismo e nazismo.

Un’alterità costitutiva, essere una donna, un’alterità di appartenenza, essere ebree, è la traccia unificante di queste tre donne straordinarie che hanno segnato il percorso speculativo del secolo scorso. Un incrocio di tempi le pone di fronte al nazismo e all’orrore del male: su questo sfondo drammatico si innesta il loro discorso: per Hannah Arendt è la decostruzione di una filosofia separata dalla vita, dal legame sociale; per Simone Weil è l’inquieta e lirica ricerca di una trascendenza; per Edith Stein è la luminosa testimonianza della continuità originaria fra giudaismo e cattolicesimo. La loro opera è inscindibile dalla loro vita: il loro discorso si snoda nel simbolico del linguaggio, ma vibra della loro specificità femminile. È proprio al loro tratto di essere «altra» che Giuliana Kantzà fa riferimento; seguendo l’insegnamento di Jacques Lacan, individua la loro peculiarità di appartenenza sessuale: una donna è «non tutta» nel discorso, è, per struttura, contigua al godimento, aperta alle «vie del desiderio», pronta all’amore.
Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein sono le voci alte di questa alterità femminile che conserva e trasmette l’irriducibile del desiderio: nella prima con la «natalità», «Puer nobis natus est», nella seconda con l’appassionata ricerca del bello, nella terza nella via della mistica. Voci che nella solitudine e nel silenzio dell’urlo contemporaneo fanno cenno alla donna, baluardo di un desiderio estraneo all’«avere», e ci consegnano la domanda: «Che cosa vuole una donna?». Domanda che si oppone all’invadenza del conformismo, alla massificazione, che resiste all’invadenza dello scientismo «che è l’ideologia della soppressione del soggetto». Domanda che tocca il nodo Legge-desiderio-godimento, domanda che apre all’amore.

G.Kantzà,TRE DONNE UNA DOMANDA.Hannah Arendt,Simone Weil,Edith Stein,Ed.Ares,Milano,2012,pp.328.

Padre Puglisi Beato

28 giugno 2012 9 commenti

Padre Puglisi (terzo da sinistra della prima fila in basso) in una rara foto scattata durante l’incontro di Giovanni Paolo II con il presbiterio palermitano nel 1983.

È ormai ufficiale. Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, Benedetto XVI ha firmato il decreto con cui si dichiara Puglisi martire «in odium fidei». Proprio mentre scriviamo è in corso al Palazzo Arcivescovile di Palermo la conferenza stampa con cui se ne dà notizia alla diocesi ed alla città.

Imminente la beatificazione di Padre Puglisi

24 giugno 2012 7 commenti

Il processo di beatificazione di Padre Pino Puglisi, il prete diocesano palermitano assassinato dalla mafia di Brancaccio, ha avuto un felice esito e si concluderà con la canonizzazione il prossimo settembre, in occasione del diciannovesimo anniversario del martirio. Ne sarà data notizia ufficiale a fine mese, stando almeno alle voci che, negli ambienti ecclesiali cittadini, si fanno sempre più insistenti. Leggi tutto…

Solennità del CORPUS DOMINI.

10 giugno 2012 1 commento

“Se voi dunque siete il corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è deposto il mistero di voi: ricevete il mistero di voi. A ciò che siete rispondete: Amen e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si dice infatti: Il Corpo di Cristo, e tu rispondi: Amen. Sii membro del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo Amen” (S. Agostino, Discorso 272).

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Per un’ecclesiologia narrativa

Ho il piacere di presentare la seconda parte del Breve profilo di storia della Chiesa. Per un’ecclesiologia narrativa (secc. XI-XVI). Testi originali con un ricco apparato iconografico e multimediale.

Breve profilo di storia della Chiesa

per un’ecclesiologia narrativa


di Giampiero Tre Re

SECONDA PARTE

Dalla riforma gregoriana alla Riforma protestante (XI-XVI)

Pastori e agnelli

11 dicembre 2011 13 commenti

Alla venerata memoria del card. Salvatore Pappalardo (+ 10 dicembre 2006) in occasione del quinto anniversario dalla sua morte. Una ricerca d’archivio di Giampiero Tre Re, materiali d’epoca e immagini in parte mai viste in Italia in un documentario esclusivo di TerradiNessuno Channel.

Chi difendo?

11 ottobre 2011 12 commenti

Mi chiedi: «Chi difendi?»

Chi difendo?
Possibile si debba per forza stare sulla difensiva?
Ed ancor prima:
possibile che ancora usiamo questo linguaggio da crociata?

Dunque, chi difendo?
Difendo il mio diritto di non difendermi,
di non preparare la mia difesa
e di non essere difeso da nessuno, da nessun prete,
da nessun politico, da nessuna identità, da nessuna cultura,
da nessun apparato dottrinale e da nessun concordato.
Difendo il mio diritto di non fare pane col lievito di Erode
né con quello dei farisei.

Difendo l’agnostico, il non credente,
l’eretico e l’errante dalle mie certezze, dalle mie credenze,
dalla mia ortodossia e dalle mie verità.
Difendo il diritto di Zaccheo, di Bartimeo,
della Samaritana e della Maddalena
a non avere in mezzo ai piedi me tra loro e Cristo.

Difendo il diritto dei miti ad ereditare la Terra
e quello dei violenti a forzare le porte del Cielo e infine
il diritto dei piccoli e dei peccatori di passarmi avanti nel Regno.

Così sia.

Pasqua 2011

21 aprile 2011 25 commenti

Pasqua di liberazione

 

Passiamo (anche noi) all’altra riva.

L’ospite accomodante

3 ottobre 2010 89 commenti

Sulle polemiche che hanno preceduto (e seguiranno) il week-end pontificio del 3 ottobre a Palermo

«Se aveste fede quanto un granello di senape,
potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”,
ed esso vi obbedirebbe
»

 

Preparativi per la visita di Benedetto XVI a Palermo, 3 ottobre 2010. Foto di Sebastian.

Non viene in mente nessuna buona ragione per la quale la giornata che oggi Ratzinger trascorrerà a Palermo possa non considerarsi una futile gita fuori porta di Sua Santità. Leggi tutto…

La colonna e il fondamento della verità

13 giugno 2010 6 commenti


Dopo le tenebre dell’ideologia e del totalitarismo stalinista che hanno travagliato il XX secolo, spezzando anche la vita di Florenskij e oscurandone l’opera per oltre settantanni, il capolavoro La colonna e il fondamento della verità  finalmente riappare nella sua integrità Leggi tutto…

Comunione e comunità. Il movimento comunitario cattolico in Italia dopo il concilio

9 giugno 2010 Lascia un commento

COMUNIONE E COMUNITÀ.
IL MOVIMENTO COMUNITARIO CATTOLICO IN ITALIA DOPO IL CONCILIO*

di Fulvio De Giorgi


Vedi anche in questo blog:
Studi di ecclesiologia conciliare


1. Il Concilio Vaticano II: prima la comunione poi la gerarchia

Il Concilio ecumenico Vaticano II ha rappresentato, com’è noto, una svolta profonda nella storia della Chiesa cattolica, a cominciare dalla coscienza che la Chiesa ha di se stessa. Leggi tutto…

Triunità


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Anno C, SS.ma Trinità
Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15
Gustate e vedete com’è buono il Signore

PAVEL FLORENSKIJ, da Lettera Terza, Triunità, in La colonna e il fondamento della verità, 1914.
Tr. it. di P. Modesto, Rusconi, Milano 1974.

Si sa che l’idea della unisostanzialità è espressa con il termine di ὁμοούσιος, omoúsios, attorno al quale e per il quale si sono svolte tutte le dispute trinitarie. Analizzare la storia di queste dispute significa osservare tutti i colori e le sfumature di cui si è arricchita l’idea di unisostanzialità. Io me ne posso esimere, rimandando alle varie storie delle controversie dogmatiche. Leggi tutto…

Laudate hominem. Omaggio a Fabrizio De Andrè

1 giugno 2010 5 commenti

Ieri sera, con solo un ritardo latidudinario sull’orario previsto, è andato in scena in una traboccante Sala Scarlatti del Conservatorio Bellini di Palermo «Laudate Hominem. L’Odoimé e la Buona Novella – omaggio a Fabrizio De André». Coro Polifonico del Balzo con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo diretta dal maestro Vincenzo Pillitteri. Voci recitanti Edoardo De Angelis e Luciano Roman. Tra i bassi del coro il nostro caro amico webmaster Giampiero Tre Re.
Sono state eseguite nell’ordine: Popule meus, Venneri e Santu (Bisacquino) Quartina 1, Laudate Dominum, L’infanzia di Maria, Protovangelo di Giacomo IX.3, Il ritorno di Giuseppe, Vangelo dell’infanzia Armeno – VI.2, Vangelo dello pseudo-Matteo, X, Il sogno di Maria, Ave Maria, Viaggiu dulurusu, Venneri e Santu (Bisacquino) Quartina 48, Laudes evageliorum perugine (passi), Maria nella bottega d’un falegname, Venneri e Santu (Bisacquino) Quartine 53-60, Via della Croce, Laudes evageliorum perugine (passi), Tre Madri, Donna del Paradiso, Venneri e Santu (Bisacquino) Quartina 95, duina 99, Il testamento di Tito, Laudate hominem.
Le tre linee portanti del concerto: i versi delle nenie del Venerdì Santo e della novena di Bisacquino, quelli di Jacopone da Todi, quelli – infine ma non da ultimo – di De Andrè, si fondono, con l’orditura intessuta con gli apocrifi e le laudi, in un equilibrio armonico, prima che musicale già epistemologico, che produce, nella ri-costruzione della Buona Novella deandreiana, un risultato olistico e relazionale in cui le nenie del Venerdì Santo fanno da cerniera spazio temporale con l’uditorio.
Si crea un risultato vivo in cui esecutore e spettatore sono parti dell’unica storia che la Buona Novella ci racconta. Un esperimento tanto audace quanto riuscito. L’universalità del linguaggio musicale e la cerniera dialettale, suscettibile di essere riscritta in ogni altro possibile idioma, diventano modello narrativo suscettibile di essere udito e compreso oltre la lingua (italiana) e riprodotto in un numero indefinito di varianti, tante quante sono quelle che coloro che l’ascoltano sono in grado di impersonificare. Un’esperienza gratificante.
Calogero Massimo Cammalleri

Due fratelli


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Anno C, Quaresima, IV domenica
Gs 5,9a.10ss; Sl 33; 2Cor 5,17-21; Lc 15,1ss.11-32
Gustate e vedete com’è buono il Signore


Luca 15,1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». 3 Allora egli disse loro questa parabola:
[…] 11 «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

I versetti 1 e 2 del quindicesimo capitolo di Luca aprono un ciclo di discorsi conviviali di Gesù (15,3-17,10) condotti prevalentemente in parabole, in cui il cibo e il significato culturale del mangiare divengono pretesto e centro di un’articolata riflessione sulla salvezza e sui suoi effetti sociali. Leggi tutto…

L’occasione di Satana

21 febbraio 2010 26 commenti


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Anno C, Quaresima, I domenica
Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13
Resta con noi, Signore, nell’ora della prova

Lc 13,1 Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto 2 dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. 3 Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». 5 Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: 6 «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. 7 Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». 8 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». 9 Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; 10 sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano;
11 e anche:
essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
12 Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». 13 Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

Fjodor Dostojevski nella Leggenda del Grande Inquisitore si esprime così a proposito delle tentazioni di Gesù nel deserto:
«In quelle tre proposte […] è come condensata e profetizzata la storia del genere umano, e sono poste le tre idee in cui confluiranno poi tutte le inconciliabili contraddizioni storiche della natura umana nel mondo intero».
Le contraddizioni consisterebbero nell’eterna ricerca dell’unità di tutto genere umano nella sottomissione ad una autorità universale, aspirazione destinata a restare continuamente frustrata dalla natura, al tempo stesso ribelle e debole, degli esseri umani. Leggi tutto…

Un discorso contro

14 febbraio 2010 3 commenti


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Anno C, Tempo ordinario, VI domenica
Ger 17,5-8; Sal 1; 1Cor 15,12.16-20; Lc 6,17.20-26
Beato l’uomo che confida nel Signore

Luca 6,17 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, [18 che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19 Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.]
20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21 Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
24 Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25 Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

Non è certamente a Luca che possa sfuggire il contrasto creatosi con Matteo scegliendo il pianoro come ambientazione del discorso delle Beatitudini. Il fatto è che pur ponendosi in continuità con il discorso nella sinagoga di Nazarà, qui non siamo in uno scenario istituzionale, o religioso; nessun Sinai, nessun Monte di Dio fa da sfondo, neppure simbolicamente, ad una qualche teofania. Leggi tutto…

Lasciare e prendere


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Anno C, Tempo ordinario, V domenica
Is 6,1sa.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria

Luca 5,1 Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2 e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8 Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». 9 Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Come chi ha lavorato tutto il giorno e senza premio, guadagna tutto nell’ultimo minuto di fatica gratuita. La “piccola via” di Luca richiama all’attenzione il mistero del lavoro vano e la redenzione della fatica umana. Leggi tutto…

Una profezia incompiuta

31 gennaio 2010 8 commenti


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Anno C, Tempo ordinario, III domenica
Ne 8,2ssa.5s.8ss; Sal 18, 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4.4,14-21
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita

Lc 1,1 Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2 come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, 3 così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4 perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

4,14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:

18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi»
.

Anno C tempo ordinario, IV domenica
Ger 1,4s.17ss; Sal 70; 1Cor 12,31-13,13; Lc 4,21-30
La mia bocca annunzierà la tua salvezza

Lc 4,21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». 22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». 23 Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». 24 Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. 25 Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27 C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
28 All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.


Accostandovi i primissimi versetti di Luca, con la celebre dedica a Teofilo, l’uso liturgico sottolinea che 4,14-30 è l’inizio vero e proprio del terzo vangelo. Se poniamo attenzione alla proiezione della pagina sull’assemblea liturgica che lo ascolta, esso sembra effettivamente pensata fin dall’origine per la lettura pubblica all’interno di una liturgia della parola, creando un particolare effetto di continuità spazio-temporale. Leggi tutto…

Il segno della vita nuova

16 gennaio 2010 1 commento


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Anno C, Tempo ordinario, II domenica
Is 62,1-15; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-1
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore

Gv 2,1 Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2 Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3 Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4 E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». 5 La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
6 Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. 7 E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. 8 Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 9 E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo 10 e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». 11 Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.


L’uso liturgico di una pagina evangelica è un prezioso indizio ermeneutico. Una lettura collettiva entra per così dire nel testo per divenire contesto, chiedendo di essere interpretata coerentemente col proprio racconto fondante. Narratore e narrazione diventano così un tutt’uno. Leggi tutto…

Come un fiume profondo nella storia

10 gennaio 2010 4 commenti


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Anno C, Tempo ordinario, I domenica (Battesimo del Signore)
Is 40,1-5.9ss; Sal 103; Tt 2,11-14.3,4-7; Lc 3,15s.21s
Benedici il Signore, anima mia

Lc 3, 15 Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
21 Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22 e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

«La storia degli ebrei è un grande fiume»
(Tullia Zevi)

Insieme agli altri evangelisti, Luca fa precedere il vero e proprio inizio del ministero pubblico di Gesù con le storie del battesimo. Nonostante la sua redazione piuttosto tarda, rispetto agli altri due sinottici, anche l’opera di Luca presenta dunque la tipica forma-vangelo, cioè l’evoluzione ed espansione delle prime formulazioni del kerygma che caratterizzano il genere letterario. Leggi tutto…

Narrare, rivelare

2 gennaio 2010 3 commenti


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Anno C, Natale, II domenica
Sir 24,1s.3sNVg.8-12; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18
Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi

Gv 1,1In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2Egli era in principio presso Dio:
3tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.
6Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
9Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
11Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.
12A quanti però l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15Giovanni gli rende testimonianza
e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me”.
16Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
17Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18Dio nessuno l’ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.


Secondo un’antica tradizione, attestata dai Padri della Chiesa, Gesù sarebbe stato crocifisso lo stesso giorno e mese del suo concepimento, il 25 marzo, il che, oltre a darci una precisa indicazione sul giorno esatto della nascita e della morte del Signore, stabilisce tra la liturgia del Natale e quella di Pasqua un nesso assai stretto in cui è il tempo stesso a divenire simbolo carico di significati teologici. Leggi tutto…

Il figlio del comandamento

28 dicembre 2009 3 commenti


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Anno C, Natale, I domenica (S. Famiglia)
1Sam 1,20ss.24-28; Sal 83; 1Gv 3,1s.21; Lc 2,41-52
Beato chi abita nella tua casa, Signore

Luca 2,41 I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42 Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; 43 ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44 Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45 non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46 Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47 E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48 Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49 Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50 Ma essi non compresero le sue parole.
51 Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Il vangelo di Luca non è solo ciò che nei sinottici maggiormente si avvicina al moderno concetto di ricostruzione storiografica, ma è anche un’indagine che oggi diremmo “antropologica”, per la partecipante simpatia con cui Luca si accosta al mondo culturale in cui il Cristo si è formato. Ma le annotazioni storiche e antropologiche non rimangono fini a se stesse, entrando a far parte a pieno titolo del disegno cristologico di Luca. Leggi tutto…

Lo spazio della rivelazione e l’approssimarsi di Dio

19 dicembre 2009 3 commenti

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Anno C, Avvento, IV domenica
Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Luca 1,39-45
Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi

Lc 1,39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

 
Si direbbe che nella cristologia di Luca spazio e movimento non abbiano meno importanza simbolica del tempo; che i luoghi in cui si svolgono le storie di cui ci parla siano divenuti Terra Santa in ragione del fatto che Cristo li ha attraversati. Com’è noto, fatti e parole del terzo Vangelo sono distribuiti secondo uno schema geografico che va dalla predicazione in Galilea (4,14-9,50) al “Grande Viaggio” (9,51-19,27) fino a Gerusalemme; ma questo “grande viaggio” di Gesù non è l’unico narrato da Luca, ma solo l’ultimo. Ve ne sono, infatti, almeno altri tre, tutti nel suo Vangelo dell’infanzia. Leggi tutto…

La piccola via di Luca

5 dicembre 2009 545 commenti

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Anno C, Avvento, II domenica
Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4ss.8-11; Lc 3,1-6

Grandi cose ha fatto il Signore per noi
Luca 3,1Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
5Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Raramente riflettiamo su quanto profondamente Luca, “il caro medico”, continui ad influenzare il mondo “moderno”, a cominciare dal modo in cui computiamo il passare degli anni, e quindi il nostro stesso modo di pensare il tempo. Leggi tutto…

Né su questo monte, né in Gerusalemme. Un loghion per

30 gennaio 2009 4 commenti

luzzati-succoth-jpg«”Nel dire nuova, Dio ha reso antiquata la prima alleanza. Ma ciò che diventa antiquato e che invecchia è prossimo alla scomparsa” (Lettera agli ebrei 8, 13). La profezia contenuta in questo testo apostolico tuttora inserito a pieno titolo fra le lettere di Paolo (benché l’attribuzione sia controversa) ha subito la smentita di diciannove secoli di storia.
Sopravvissuti a innumerevoli persecuzioni e tentativi di sterminio, nel Novecento gli ebrei hanno rifondato uno Stato nella loro terra d’origine e sono tornati in milioni a parlare una lingua che pareva morta, a lungo rinchiusa nelle sole funzioni liturgiche.
Un enigma, un miracolo, un accidente fastidioso? Il mondo fatica a rispondere, e con esso la Chiesa che si era concepita come Nuova Israele».

Per quanto non privo di osservazioni accettabili il pezzo di Gad Lerner apparso stamani su Repubblica col titolo “Quel vescovo non è un alieno” è un esempio di come NON vada fatto il dialogo ebraico-cristiano. Leggi tutto…