Anno B, Tempo ordinario, V domenica


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COMMENTO AL VANGELO DOMENICALE

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Una giornata nel Regno

Anno B Tempo Ordinario V domenica
Gb 7,1-4.6s; Sal 146; 1Cor 9,16-19.22s; Mc 1,29-39
Risanaci, Signore, Dio della vita.

Mc 1,29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano!”. 38Egli disse loro: “Andiamocene altrove nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Il passo di oggi è il terzo ed ultimo segmento di una pericope iniziata con Mc 1,14 (“Dopo che Giovanni [Battista] fu arrestato…”) caratterizzata da unità temporale: i fatti vi sono narrati come svoltisi nel volgere di un giorno e una notte.
Mc 1,14 offre dunque una chiave di lettura di un primo livello narrativo del brano: vi si individua la differenza tra la predicazione del Battista e quella di Gesù. Il ministero in Galilea consiste anzitutto, secondo Marco, in una predicazione itinerante, non stanziale, com’era invece quella di Giovanni. Da qui rileva il carattere antiapocalittico della predicazione di Gesù. La Signoria di Dio “viene” (Mc 1,15), cioè prende l’iniziativa salvifica muovendosi fisicamente incontro alla moltitudine, entra nelle sinagoghe ma anche nelle case, si avvicina alle singole persone fino a prenderle per mano e a rimetterle in piedi (30s).

Poi vi sono i segni. Il Battista non ha mai compiuto miracoli. La giornata missionaria di Gesù, al contrario, almeno quella del ministero pubblico in Galilea, non è fatta d’attese, ma è carica di frutti. Gesù passa facendo del bene e il suo passaggio risana, persona per persona, la stessa convivenza umana. L’umanità sofferente e oppressa dal male è come riabilitata.
Un vivace dettaglio narrativo, che è il colpo d’occhio di un testimone oculare: Simone e Andrea vedono l’intera città fare ressa attorno alla loro porta, perché tutti hanno assistito all’esorcismo compiuto da Gesù al mattino, in sinagoga ed hanno atteso la fine del riposo del sabato per trasportare i malati fino a lui. Il giudizio preannunciato dal Battista, se mai fosse questo il tempo del suo kairòs, si presenta gioiosamente in Gesù, niente affatto come giudizio di condanna, ma come liberazione dal male. Ma c’è ancora dell’altro, che la profezia del Battista non aveva previsto.
Cosa cercano davvero i cittadini di Cafarnao? Vogliono bloccare lo slancio missionario di Gesù per avere un patrono, un santone, un tiranno paternalista, l’attrattiva religiosa locale, il garante di una nuova identità confessionale? C’è un bisogno di protezione e di amore che la pietà popolare identifica spontaneamente col divino. E così: cercano il kerygma del Regno o piuttosto quelli che, in sé, non ne sono che i segni?
La condotta di Gesù che, dopo poche ore di sonno, si ritira a pregare di notte, nel deserto e quasi si sottrae alla pressione della folla è una manifestazione abbastanza esplicita dei suoi dubbi al riguardo. La risposta all’annuncio da parte della religiosità popolare, sebbene più calorosa, non è meno inadeguata di quella della religione ufficiale.

«… “Tutti ti cercano!”.
“Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”».

La “Signoria di Dio” è una trama intensissima di annuncio e guarigione, ma in questa sua giornata terrena vige il primato della Parola sui segni. E’ nella natura del Regno la missionarietà kerygmatica e la necessità di diffondersi, più che quella di chiamare a raccolta le nazioni. Il vero raduno escatologico non è quello rappresentato dalla popolazione di Cafarnao in cerca di segni, che preme davanti alla casa di Pietro tentando in tutti i modi di entrarvi per salvarsi, ma in questo gruppetto di persone della prima ora, che cercano Gesù solo nel deserto, mentre è ancora buio. Qualcosa di così piccolo e limitato da essere quasi impercettibile nel mare della storia.

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