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Giampiero Tre Re
Darwin
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Giampiero Tre Re
(Palermo, 1959). Docente di filosofia, psicologia e scienze sociali, è dottore di ricerca in Diritti dell'Uomo presso l'Università di Palermo e licenziato in Teologia morale presso l'Università Gregoriana di Roma. Specialista di bioetica è autore di vari articoli e saggi tra cui Terra di nessuno. Bioetica dei diritti dell'embrione umano, Palermo 1999.
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I would kindly appreciate receiving the ppt
Hi, Vivian!
Welcome to Terra di Nessuno
I send to you an e-mail with the attach “Darwin.ppt”.
Nice to meet you.
Giampiero Tre Re. Webmaster
Darwin, scheda biografica
di Giulia Bosetti
Il conflitto interiore di Charles Darwin tra le sue convinzioni scientifiche e la sua formazione religiosa.
Video tratto da: Gad Lerner, “L’Infedele”, La7, trasmissione del 3.3.2009
Paradisi del creazionismo.
Darwinismo e teoria del “disegno intelligente”
Video tratto da: Gad Lerner, “L’Infedele”, La7, trasmissione del 3.3.2009
G. Robertini,
Creazionismo ed evoluzionismo nell’immaginario contemporaneo
Da Gad Lerner, L’Infedele, La7, trasmissione del 3.3.09
R. Crumb, Genesis
La creazione di Adamo
J. Effel, La creazione come Dio comanda
La creazione di Adamo
-L’anima, forse, bisognerà che me la renda
Darwin, vita e opere
Ricorre quest’anno il centottantesimo anniversario della partenza del Beagle, il brigantino britannnico in cui il giovane Darwin s’imbarcò come esperto scientifico per il lungo viaggio che fu occasione di osservazioni e intuizioni per la sua sua futura teoria. Il darwinismo è stato fondamentale per la scienza. La vicenda della lotta tra fissismo ed evoluzionismo illustra nella maniera più chiara che cos’è una teoria scientifica, perché nasce, di cosa muore. Inoltre la teoria di Darwin ha prodotto un cambiamento dei modelli di scientificità elevando lo statuto epistemologico dell’osservazione al rango di metodo scientifico. L’evoluzionismo però è stato utile anche al discorso teologico, perché lo ha obbligato a definire il proprio campo di validità; entro quali limiti e a quali condizioni la proposizione teologica, e del linguaggio religioso in generale, possa dirsi vera o falsa.
Il video qui di seguito è tratto dalla serie “Beautiful minds”, vol. 6, Edoardo Boncinelli racconta Charles Darwin. L’uomo: evoluzione di un progetto?, Gruppo editoriale La Repubblica-L’Espresso, 2010.
CREDO ALLA BIBBIA E NON A DARWIN
23 dicembre 2009 — pagina 54 sezione: CULTURA
L’evoluzionismo non è una teoria scientifica, ma una filosofia, un modo di vedere il mondo. Ancora nessuno è riuscito a dimostrare la sua validità”. Incurante delle critiche che gli sono precipitate addosso da ogni parte Roberto De Mattei, storico del Cristianesimo e vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche, non deflette. L’ uscita del volume Evoluzionismo. Il tramonto di un’ ipotesi, che raccoglie gli atti di un seminario da lui organizzato nel febbraio scorso, e pubblicato con il contributo (9.000 euro) del Cnr, ha scatenato parecchie reazioni. Le tesi creazioniste sostenute da De Mattei, hanno detto scienziati come Piergiorgio Odifreddi, Nicola Cabibbo, Telmo Pievani, non hanno nulla a che vedere con la ricerca scientifica e non dovrebbero godere di finanziamenti pubblici (già così scarsi). E ora De Mattei, che crede fermanente nella “discussione aperta” vuole replicare al fronte dei suoi avversari. Professore, è giusto che il Cnr finanzi delle iniziative che secondo la comunità scientifica si basano su teorie infondate? «Il contributo finanziario è stato minimo ed è servito allo scopo, che era quello di aprire una discussione su idee che altrimenti sarebbero passate sotto silenzio. Ora tutti si concentrano su questo aspetto e nessuno vuole discutere nel merito i contributi del libro». Ma la comunità degli scienziati non ritiene che le idee creazioniste abbiano una base scientifica. Per questo non le vuole discutere. Sarebbe come, si dice, mettere ogni giorno in discussione l’ acquisizione che è la terra a girare intorno al sole e non viceversa. «Io credo che la scienza debba procedere per tentativi, errori e confutazioni. Quindi gli scienziati non dovrebbero atteggiarsia casta intoccabile e invece aprirsi alle idee critiche. Invece non vogliono nemmeno esaminare i contributi scientifici che abbiamo portato nel nostro seminario. Perché la messa in discussione delle teorie darwiniane ha solide basi scientifiche, lo ripeto. Mentre la verità è che nessuno finora è riuscito a dimostrare la teoria evoluzionistica. Che è una vera e propria posizione filosofica, basata cioè su convinzioni generali di fondo e non su evidenze sperimentali». E come spiega allora che gli scienziati “evoluzionisti” hanno ognuno una propria idea del mondo che può essere classificata atea, marxista, postmoderna, cristianao buddista, mentre i “creazionisti” sono tutti cristiani? «Guardi, per questo apprezzo la coerenza di Odifreddi, quando dice che dall’ evoluzione così com’ è spiegata da Darwin consegue che non esiste il peccato originale e quindi la venuta di Cristo sulla terra non ha senso. Mentre trovo incredibilmente incoerente che ci si possa dichiarare cristiani ed evoluzionisti. E mi chiedo come uno scienziato su queste posizioni come Cabibbo possa presiedere la Pontifica accademia delle Scienze». Ma oggi la chiesa non ha più un atteggiamento di condanna verso le teorie darwiniane. Lei vorrebbe dare lezioni di coerenza anche alle gerarchie ecclesiastiche? «Senza dubbio in alcuni ambienti ecclesiastici c’ è un atteggiamento debole, come un senso di inferiorità verso certi ambienti intellettuali. E questo anche in posizioni di vertice. Certo non in Benedetto XVI che ha una posizione critica sulla teoria dell’ evoluzione. Esistono invece vescovi e teologi che la accettano, e sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera». Non sarà convinto che il mondo è stato creato in sette giorni? «Non, non dico questo. Credo però che Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell’ umanità. Credo che su evoluzionismo e fede religiosa nel mondo cattolico ci sia una grande confusione, su cui occorrerebbe discutere. Comunque tutto ciò non ha a che fare con i contenuti del libro e del seminario che erano prettamente scientifici». – LEOPOLDO FABIANI
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/23/credo-alla-bibbia-non-darwin.html
Chi, di questi tempi, va a cercare adamo ed eva, è evidente che non ha un cac-chio da fare. Si vada a cercare un lavoro….che è meglio!
Paola Mordiglia,
L’insegnamento del darwinismo nella scuola italiana
Gregor Mendel. La genetica classica e il neodawinismo
Tratto dalla serie “Beautiful minds”, vol. 6, Edoardo Boncinelli racconta Charles Darwin. L’uomo: evoluzione di un progetto?, Gruppo editoriale La Repubblica-L’Espresso, 2010
Storia naturale della vita. Una prospettiva evoluzionista
Tratto dalla serie “Beatiful mind”, vol. 6, Edoardo Boncinelli racconta Charles Darwin. L’uomo: evoluzione di un progetto?, Gruppo editoriale La Repubblica-L’Espresso, 2010.
Evoluzionismo e magistero cattolico
Ricevo da un caro amico di Terra di Nessuno, Andrea Volpe, il seguente contributo che volentieri pubblico.
Teoria dell’evoluzione e Magistero cattolico
Secondo il Magistero non c’è “a priori” incompatibilità tra la teoria dell’evoluzione e la Bibbia
Una delle questioni che oggi nel sentire comune viene considerata dirimente tra credenti e non credenti è la teoria dell’evoluzione, che sostiene che l’uomo e gli esseri viventi in genere siano il risultato di una selezione naturale, in accordo agli studi effettuati dal noto antropologo Charles Darwin, e non il frutto di una volontà divina che materializza il suo amore nella creazione dell’universo, avente al suo culmine creativo proprio l’uomo.
In effetti la contrapposizione tra evoluzione e creazione appare una questione mal posta, mal conosciuta e troppo spesso strumentalizzata.
In alcuni ambiti scientifici l’evoluzionismo darwiniano viene utilizzato per negare il creazionismo biblico e con esso per negare anche la realtà di un essere supremo che è all’origine della ragione stessa dell’esistenza.
A questa posizione in alcuni ambiti cristiani, soprattutto di matrice fondamentalista protestante, ha fatto da contraltare un’intransigente rivendicazione del creazionismo biblico, fondato sulla scorta dell’interpretazione letterale dei testi, per negare alla radice la teoria dell’evoluzione di Darwin.
Malgrado ancor oggi la teoria darwiniana dell’evoluzione sia solo un’ipotesi, non essendo ancora provata scientificamente in via definitiva, il Magistero dei Papi ha più volte evidenziato che qualora essa venisse pienamente provata e accettata universalmente dal mondo scientifico, non potrebbe esistere comunque “a priori” incompatibilità tra la teoria dell’evoluzione e la Bibbia, se si rispettano i ruoli della ricerca scientifica rispetto ai principi della fede.
Illuminante è il brano dell’Enciclica Humani generis di Pio XII, addirittura del 12 agosto 1950, che ha aperto queste fondamentali questioni al dialogo con il mondo scientifico e che di seguito riporto:
«Per queste ragioni il Magistero della Chiesa non proibisce che in conformità dell’attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell’evoluzionismo, in quanto cioè essa fa ricerche sull’origine del corpo umano, che proverrebbe da materia organica preesistente (la fede cattolica ci obbliga a ritenere che le anime sono state create immediatamente da Dio). Però questo deve essere fatto in tale modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all’evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la necessaria serietà, moderazione e misura e purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa, alla quale Cristo ha affidato l’ufficio di interpretare autenticamente la Sacra Scrittura e di difendere i dogmi della fede (Cfr. Allocuzione Pont. ai membri dell’Accademia delle Scienze, 30 novembre 1941; A. A. S. Vol. , p. 506). Però alcuni oltrepassano questa libertà di discussione, agendo in modo come fosse già dimostrata con totale certezza la stessa origine del corpo umano dalla materia organica preesistente, valendosi di dati indiziali finora raccolti e di ragionamenti basati sui medesimi indizi; e ciò come se nelle fonti della divina Rivelazione non vi fosse nulla che esiga in questa materia la più grande moderazione e cautela».
Si è spinto molto più avanti Giovanni Paolo II, che nel suo Messaggio alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze del 22 ottobre 1996 ha affermato:
«Prima di proporvi qualche riflessione più specifica sul tema dell’origine della vita e dell’evoluzione, desidero ricordare che il Magistero della Chiesa si è già pronunciato su questi temi, nell’ambito della propria competenza. Citerò qui due interventi.
Nella sua Enciclica Humani generis (1950) il mio predecessore Pio XII aveva già affermato che non vi era opposizione fra l’evoluzione e la dottrina della fede sull’uomo e sulla sua vocazione, purché non si perdessero di vista alcuni punti fermi (cfr AAS 42, 1950, pp. 575-576).
Da parte mia, nel ricevere il 31 ottobre 1992 i partecipanti all’Assemblea plenaria della vostra Accademia, ho avuto l’occasione, a proposito di Galileo, di richiamare l’attenzione sulla necessità, per l’interpretazione corretta della parola ispirata, di una ermeneutica rigorosa. Occorre definire bene il senso proprio della Scrittura, scartando le interpretazioni indotte che le fanno dire ciò che non è nelle sue intenzioni dire. Per delimitare bene il campo del loro oggetto di studio, l’esegeta e il teologo devono tenersi informati circa i risultati ai quali conducono le scienze della natura (cfr AAS 85, 1993, pp. 764-772); Discorso alla Pontificia Commissione Biblica, 23 aprile 1993, che annunciava il documento su l’interpretazione della Bibbia nella Chiesa; AAS 86, 1994, pp. 232-243).
Tenuto conto dello stato delle ricerche scientifiche a quell’epoca e anche delle esigenze proprie della teologia, l’Enciclica Humani generis considerava la dottrina dell'”evoluzionismo” un’ipotesi seria, degna di una ricerca e di una riflessione approfondite al pari dell’ipotesi opposta. Pio XII aggiungeva due condizioni di ordine metodologico: che non si adottasse questa opinione come se si trattasse di una dottrina certa e dimostrata e come se ci si potesse astrarre completamente dalla Rivelazione riguardo alle questioni da essa sollevate.
Enunciava anche la condizione necessaria affinché questa opinione fosse compatibile con la fede cristiana, punto sul quale ritornerò.
Oggi, circa mezzo secolo dopo la pubblicazione dell’Enciclica, nuove conoscenze conducono a non considerare più la teoria dell’evoluzione una mera ipotesi. È degno di nota il fatto che questa teoria si sia progressivamente imposta all’attenzione dei ricercatori, a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline del sapere. La convergenza non ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri, costituisce di per sé un argomento significativo a favore di questa teoria. […]
Con l’uomo ci troviamo dunque dinanzi a una differenza di ordine ontologico, dinanzi a un salto ontologico, potremmo dire. Tuttavia proporre una tale discontinuità ontologica non significa opporsi a quella continuità fisica che sembra essere il filo conduttore delle ricerche sull’evoluzione dal piano della fisica e della chimica? La considerazione del metodo utilizzato nei diversi ordini del sapere consente di conciliare due punti di vista apparentemente inconciliabili. Le scienze dell’osservazione descrivono e valutano con sempre maggiore precisione le molteplici manifestazioni della vita e le iscrivono nella linea del tempo. Il momento del passaggio all’ambito spirituale non è oggetto di un’osservazione di questo tipo, che comunque può rivelare, a livello sperimentale una serie di segni molto preziosi della specificità dell’essere umano. L’esperienza del sapere metafisico, della coscienza di sé e della propria riflessività, della coscienza morale, della libertà e anche l’esperienza estetica e religiosa, sono però di competenza dell’analisi e della riflessione filosofiche, mentre la teologia ne coglie il senso ultimo secondo il disegno del Creatore».
Ma ancora più illuminanti e quasi definitive sulla questione sono le affermazione fatte da Benedetto XVI che nel Messaggio alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze del 31 ottobre 2008 così si esprimeva:
«Nella scelta del tema “Comprensione scientifica dell’evoluzione dell’universo e della vita”, cercate di concentrarvi su un’area di indagine che solleva grande interesse. Infatti, oggi molti nostri contemporanei desiderano riflettere sull’origine fondamentale degli esseri, sulla loro causa, sul loro fine e sul significato della storia umana e dell’universo. In questo contesto, è naturale che sorgano questioni relative al rapporto fra la lettura che le scienze fanno del mondo e quella offerta dalla rivelazione cristiana. I miei predecessori Papa Pio XII e Papa Giovanni Paolo II hanno osservato che non vi è opposizione fra la comprensione di fede della creazione e la prova delle scienze empiriche. […] Affermare che il fondamento del cosmo e dei suoi sviluppi è la sapienza provvida del Creatore non è dire che la creazione ha a che fare soltanto con l’inizio della storia del mondo e della vita. Ciò implica, piuttosto, che il Creatore fonda questi sviluppi e li sostiene, li fissa e li mantiene costantemente».
C’è un’ultima prospettiva da considerare, che è quella dell’antropologia teologica cattolica, che vede nell’evoluzione la possibilità di riconoscere l’assistenza permanente di Dio alla sua Creazione. Per documentare questo aspetto ci si riferisce a quanto scrive il Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede Mons. L. F. Ladaria nel suo testo Antropologia teologica, Editrice Pontificia Università Gregoriana, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 20023, alle pp. 97-100 e 166-168, che di seguito per estratti riporto:
«A questa considerazione si aggiunge necessariamente quella della visione evolutiva dell’universo. Ormai non abbiamo più una visione fissista del mondo, secondo la quale le cose sarebbero date una volta per sempre sin dal principio. Anche se è certo che con la comparsa dell’uomo sulla terra, al quale Dio ha affidato la sua stessa creazione, si è arrivati ad una meta in un certo senso insuperabile, non possiamo dire che non si producano più novità nell’universo. Non possiamo quindi nemmeno dire da questo punto di vista che in assoluto la creazione sia stata conclusa. Le concezioni scientifiche evoluzioniste, ampiamente diffuse, hanno creato nei nostri contemporanei la mentalità di un mondo aperto a nuove possibilità. Nella stessa linea bisogna situare quanto abbiamo detto sulla cooperazione dell’uomo all’opera creatrice, il lavoro umano, la trasformazione del mondo che ha luogo per l’azione dell’essere umano su di esso. Neppure si può separare quest’opera dell’uomo e la sua responsabilità nella costruzione della storia dall’azione creatrice di Dio. […]In virtù della sua fedeltà Dio non solo “conserva” quanto realizzato, ma porta a compimento quanto iniziato fino alla consumazione escatologica. Questa “conservazione” non ha luogo, secondo San Tommaso, per una nuova azione di Dio, ma è la continuazione dell’azione mediante la quale dà l’essere. La nozione di creazione appare così con una dimensione dinamica; si può di conseguenza parlare di creazione continua o continuata per riferirci a quest’azione costante di Dio in favore della sua creatura. La conservazione è un aspetto di quest’azione».
A conclusione di questa esposizione sullo status quaestionis sull’argomento, riporto in veste di testimone diretto, le intenzioni recentemente espresse da Sua Eminenza Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificium Consilium de Cultura, che a margine di un convegno organizzato a Roma dall’Associazione Biblica Italiana sul Libro della Genesi, il 6 ottobre 2010, ha anticipato che saranno organizzate delle attività di formazione e di informazione sulle questioni inerenti la teoria dell’evoluzione, in modo da rendere edotti in modo corretto ed esaustivo i fedeli ed eliminare così aree di incomprensioni o pregiudizi che possono causare errate convinzioni o inutili tensioni.
Andrea Volpe
Il secolo dell’evoluzione
Da U. ECO et al., Encyclomedia scuola
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