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Il risotto

Rubrica di gastronomia e spiritualità

«…il Figlio dell’Uomo mangia e beve…»

Il risotto, inserito originariamente da kaloscam.

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Categorie:Zibaldone
  1. 29 agosto 2010 alle 10:30

    DSC00639

  2. 29 agosto 2010 alle 10:38

    Fegato e cipolla in fase di cottura

    So che è una bomba di calorie ma ogni tanto ci vogliono anche queste, le abbiamo bruciate con una lunga camminata. Al maritozzo mio che deve stare sempre a dieta è piaciuto, ogni tanto gli concedo qualche pausa!

    • Sebastian
      29 agosto 2010 alle 15:53

      E’ un bel vedere! Chissà che profumo!

  3. Sebastian
    29 agosto 2010 alle 15:52

    A scanso di equivosi la Sagra non si è svolta nell’isolotto di Isola delle Femmine ma, nella terraferma. La storia delle donne turche incarcerate dovrebbe essere una leggenda, da quel che ne so.

  4. 29 agosto 2010 alle 19:32

    opsss….. ero convinta fosse sull’isola!!Si la cipolla ieri sera faceva un bel profumo infatti i vicini attirati si affacciavano alla finestra , a me non dispiace, molti la disgustano ma il suo soffritto rende sughi e risotti fantastici, per quacuno è un pò pesante ma grazie al cielo gli ortaggi ancora li digerisco che è un piacere 😀 e poi non dimentichiamo che è indicata anche nelle diete per i suoi effetti diuretici, Sebino a te piace?

    • Sebastian
      29 agosto 2010 alle 21:00

      Moltissimo, sia cotta che cruda. In Sicilia si usa veramente molto ed in tantissime pietanze. Credo sia dovuto della dominazione araba che ha influenzato la nostra cucina.
      Il soffritto di cipolla è uno dei nostri tipici odori di strada.

  5. 1 settembre 2010 alle 16:33

    pranzetto dietetico al maritino
    Vongole
    risotto terra e mare
    trota salmonata lessata
    una fettina di pane abbrustolito

    per le vongole :un soffritto di aglio aggiungere delle fettine di pomodoro maturo e del basilico, quando si è ammorbidito unire le vongole (possibilmente veraci,le mie non lo erano)appena si aprono spruzzare con del vino bianco
    per il risotto terra mare
    ho usato quello gia confezionato , l’ho fatto bollire e ho aggiunto del riso e un dado di pesce
    La trota : basta sviscerarla bene pulirla in acqua e farla bollire , a lessatura terminata togliere bene le spine condirla con olio exstravergine aglio prezzemolo e limone

  6. 1 settembre 2010 alle 16:43

    DSC00640

  7. matilda
    2 settembre 2010 alle 16:57

    mancano Le Cipolle
    per Risotti e Marit(t)imi
    per Un Bacio
    31? e 32

  8. Sebastian
    4 settembre 2010 alle 8:19

    Ho aggiunto uno scatto alla set della Sagra del Pesce: “Time for lunch”. E’ il momento della distribuzione degli elementi culinari. Una bella fila di gente, non ci sono dubbi. Numericamente, sul genere Uffici Anagrafici di viale Lazio anni 70. Chi li ha vissuti sa di cosa argomento 😉 eh eh eh!
    Fila comunque composta e senza ressa. Affermo con assoluta certezza, molto civile ed educata. Complimenti alla gente del posto ed alla vigilanza.

    Per coloro che non soffrono di gastrite da eccesso di frittura il link è sempre:

    http://www.fluidr.com/photos/44618608@N02/sets/72157624705844971

  9. rosa
    7 settembre 2010 alle 10:19

    Tra ieri e ieri l’altro, mi sono cimentata nella realizzazione della mostarda siciliana. Quando mi accosto alla recette della tradizione, lo faccio sempre con un certo pudore, ma questa volta, oltra al rispetto verso la cultura contadina, ho provato una forte commozione. E’ il momento della vendemmia e nelle campagne siciliane non e’ raro vedere i contadini che portano l’uva in cantina. Benedetto, l’uomo che mi fa i lavori in giardino, mi ha donato del mosto fresco proveniente dalla v sua “u va di sira”, che non e’ l’uva di sera, ma Sirah.
    Chi non ha mai assaggiato il mosto fresco, non conosce la fragranza del succo d’uva, che ha appena cominciato la fermentazione….sublime.
    ebbene, da tempo desideravo realizzare la mostarda siciliana, che non ha nulla a che vedere con quella di mantova o di cremona, o di digione. La mostarda siciliana e’ un dolce speziato, di cui ora vi daro’ la ricetta.

    Dal mosto fresco bisogna ottenere prima il mosto muto o cotto. la cottura serve ad interrompere bruscamente la fermentazione. Il mosto deve cuocere lentamente per non caramellizzare troppo gli zuccheri e sobbollire per qualche minuto. A questo punto, bisogna versare nelle pentola della cenere…si, proprio della cenere! L’operazione puo’ lasciare perplessi, ma alla fine, gli antichi hanno sempre ragione! La cenere serve a illimpidire il mosto e renderlo cristallino come una pietra preziosa. La pentola, ormai via dal fuoco, deve raffreddare lentamente e il mosto decantare per una giorno intero. Dopo questa operazione, si filtra il tutto: e’ meglio aiutarsi con un piccolo mestolo, ricordandosi che la feccia del mosto “la fezza”si e’ depositata nel fondo.
    A questo punto, si rimette la maggior parte del mosto sul fuoco, ad esclusione di una quantita’ entro cui va sciolta della farine, nella percentuale del 10%. Non si devono fare grumi, quindi la farina va setacciata con attenzione.
    Adesso, nel mosto che bolle, va inserita la parte restante. Al composto va aggiunto un ricco insieme di aromi e prelibatezze: cioccolato, mandorle spezzettate, noce moscata, agrumi canditi, pepe, cannella, chiodi di garofano. Quando il mosto si riduce fino a di ventare una morbida crema, si riempiono delicatamente degli stampi che anticamente erano di terracotta di Caltagirone. Ne ho comprati 35 dell’ottocento, su ebay, ma purtroppo, li ho lasciati a palermo….che peccato! Ho usato delle ciotoline. Va bene lo stesso. La mostarda deve raffreddare bene e staccarsi dalla ciotola, proprio come fosse un budino.
    Con emozione, ieri sera l’abbiamo mangiata. L’ho offerta ai contadini. Tutti ricordavano con rimpianto le vendemmie della loro giovinezza quando le loro case di ventavano il luogo della festa del vino nuovo. E’ stata un’esperienza meravigliosa. Mi sento piu’ vicina a cogliere il vero senso della vita.
    Trionfo del gusto, un marsala superiore stravecchio.

  10. 7 settembre 2010 alle 11:29

    Senza Benedetto non avresti potuto fare la mostarda :-), comunque brava la procedura non è semplice a quanto leggo. Una volta me ne hanno fatta assaggiare una ma era molto piccante , forse non era il tipo di mostarda che noi qui in Romagna di solito abbiniamo al panettone, ce ne sono che si accostano anche a lessi salumi e formaggi.

    • rosa
      7 settembre 2010 alle 11:48

      O si, Benedetto e’ stato una vera benedizione! Il suo mosto e’ il risultato dello schiacciamento naturale dell’uva che, nel camion dove l’ammassa per portarla in cantina, si raccoglie sul fondo, ben protetto da un telone di teflon. In questo non c’e’ nulla di poetico.
      La signora Giovanna stamattina mi ha portato in dono dei cavolicelli appena raccolti in campagna. Ho capito che provenivano dalla vigna, perche’ alcune erano avvolti dai “viticchi”. Non c’e’ niente di piu’ noioso di nettare e lavare la verdura, ma adesso cuoce, senza aggiunta di acqua, in un gran pentolone. oggi si mangia questo e fresca ricotta di pecora. Che privilegio!
      Chi vuol tornare nel progresso alzi la mano!!!

  11. 13 ottobre 2010 alle 14:32

    kefir%20acqua

    Il Kefir

  12. 13 ottobre 2010 alle 14:35

    Beh, nell´attesa che la scienza metta a punto qualche terapia a base di ingegneria genetica, non vi resta che imitare gli abitanti del Caucaso che da millenni bevono il kefir d’acqua.
    Forse non lo sapevate, ma uno dei luoghi sulla terra dove la popolazione è più longeva è proprio quella zona che sta tra il Mar Nero e il Mar Caspio. Il segreto? Il kefir d’acqua, una semplice bevanda fermentata a base di latte o d´acqua che in quelle regioni si beve da millenni. Leggenda metropolitana, direte voi.
    E invece illustri studiosi (Prof. Drasek, Prof. Menkiv) tra cui anche un premio nobel il ( Prof. Metchnikov) hanno documentato come gli abitanti delle regioni caucasiche non conoscano tubercolosi, cancro né disturbi intestinali. Merito soprattutto del kefir d’acqua che, stando ai loro studi, guarisce i catarri delle vie respiratorie, i crampi di stomaco, le infiammazioni intestinali croniche, quelle del fegato, i disturbi alle vie biliari e le malattie alla vescica.
    Per saperne di più sulle proprietà terapeutiche di questa bevanda caucasica ci siamo rivolti al dottor Bianchi di Cremona. A lui la parola.Il kefir è una bevanda fermentata che contiene lattobacilli bulgarici, streptococchi termofili, lieviti, batteri propionici, anidride carbonica, enzimi vari, alcol etilico, varie vitamine (gruppo B, C, PP) zuccheri semplici, acqua o latte.
    Esiste infatti sia un kefir di latte sia un kefir d´acqua: quest´ultimo sembra però avere maggiori proprietà terapeutiche. In virtù dei suoi fermenti il kefir d’acqua funziona da riequilibratore della flora batterica intestinale, impedendo la decomposizione e la putrefazione del bolo nell´intestino.
    Questa bevanda stimola quindi il sistema immunitario intestinale con benefici effetti sul sistema immunitario di tutto il corpo.
    kefir,kefir
    Il kefir d’acqua può essere utilizzato come coadiuvante nella cura di varie patologie:

    Malattie di nervi periferici
    Ulcere gastriche e duodenali
    Catarro bronchiale
    Artereosclerosi ipercolesterolizzante
    Malattie epatiche e biliari
    Malattie renali
    Malattie dello stomaco e dell´intestino
    Diarrea
    Stipsi
    Eczemi

    Va bevuto tutti i giorni con un dosaggio pari a un litro. Il kefir d’acqua è una sostanza liquida, meno densa dello yogurt, dal gusto dolce e frizzante come quello del mosto d´uva. Potete berlo anche ai pasti in sostituzione dell´acqua

    COME PREPARARE IL KEFIR D´ACQUA

    Ingredienti per il kefir d’acqua:

    Un vaso di vetro della capacità di 1 litro che va chiuso con un tappo
    3 cucchiai di fermenti kefir d’acqua
    2 cucchiai di zucchero
    2 fichi secchi o prugne
    mezzo limone possibilmente biologico
    un colino

    Preparazione del kefir:

    Riempire il contenitore d´acqua e aggiungerci i fermenti Kefir d’acqua, lo zucchero, la frutta ed il limone. Mescolare molto bene gli ingredienti e chiudere con l´apposito tappo.
    Lasciar fermentare 2 giorni a temperatura ambiente. Tenete conto che il kefir d’acqua fermentato 24 ore ha effetto lassativo poiché ancora ricco di glucosio e saccarosio, il kefir d’acqua fermentato oltre 48 ore ha invece un effetto astringente poiché più acido.
    Ogni 24 ore mescolare gli ingredienti. Il contenuto di carbonio aumenta di giorno in giorno.
    A fermentazione ultimata, spremere il limone, eliminare la frutta e filtrare la bevanda con il colino in una bottiglia. La bevanda va tenuta in frigorifero fino al completo consumo. Il kefir d’acqua preparato va bevuto ogni giorno.
    Lavare molto bene il vaso e il fungo che nel processo di fermentazione sarà aumentato di volume. Per una nuova preparazione del kefir d’ acqua, rimettete nel vaso solo 3 cucchiai di fermenti. Il resto potete regalarlo o utilizzarlo come fertilizzante organico.

    Alcune utili indicazioni per il kefir d’acqua:

    Nella preparazione del kefir d’acqua si raccomanda di curare molto l´igiene. Il kefir d’acqua va consumato sempre fresco perché è una bevanda che può contaminarsi facilmente.Anche se non preparate il kefir d’acqua, il fungo rimane in vita per parecchi giorni a patto che lo manteniate in acqua zuccherata. Infine si ricorda di rinnovare completamente i grani di kefir d’acqua almeno ogni sei mesi al fine di salvaguardare l’ integrita’ e la salubrita’ della bevanda

  13. SEbastian
    25 ottobre 2010 alle 13:01

    Il mio vizio pubblico… al quale non rinuncerò per nessuna ragione al mondo!
    Me la sono appena magnata!

    http://www.flickr.com/photos/44618608@N02/5114215020/#/photos/44618608@N02/5114215020/lightbox/

  14. Sebastian
    13 dicembre 2010 alle 17:06

    Ops, scusate per l’off topic su Hotel Patria! Una distrazione imperdonabile… sono molto inchiffarato oggi!

    Io, a’ ccarne ora e per sempre!

    Ho visto gente buttarsi a testa su quelle con lo zucchero o a cioccolata (???)! Che cccchifooooo!!! Bleah!! Solo a pensarci gomito!

    • 13 dicembre 2010 alle 23:53

      E quelle al pollo? Abominevoli.

      • Sebastian
        14 dicembre 2010 alle 9:35

        Al salmone!! Pure al salmone esistono!!
        Naturalmente S. Lucia & Maalox sono d’obbligo. Io di buon mattino, come ogni anno, per sicurezza mi sono calato di buon mattino una compressa di omeprazolo (inibitore della pompa acida). E’ così tutto è filato liscio 🙂

  15. giulia
    14 dicembre 2010 alle 23:32

    ma dove sono quei meravigliosi dolci di carne e cioccolato
    quei biscotti con mandorle e noci da accompagnare a uno zibibbo o malvasia
    le torri di torrone e miele
    le corone ripiene di frutta secca e passolina
    le meraviglie di frolla e canditi ricoperte di glassa
    le delizie di cedro arance mandarino

    Le buone scacce ripiene
    gli apetizer salati
    i pani conditi
    e la varia gastronomia di occasione

  16. Sebastian
    15 dicembre 2010 alle 8:32

    Giulia, per S. Lucia?
    Non so se sei di Palermo, ma qui tradizione vuole che ci si scatafolla di tutto tranne che di prodotti farinacei. Panelle, crocchè, arancine a carne o, a burro o, “deviance” arancine persino con gli spinaci (?).

    • giulia
      16 dicembre 2010 alle 15:06

      Dalle mie parti? le facciamo pure festa!
      Un bacio a tutte le Lucie!
      Auguri!

  17. Rosa
    23 dicembre 2010 alle 8:06

    Cenone di Natale in lavorazione:

    Ravioli di zucca (ricetta mantovana)
    Baccalà alla vicentina
    Soufflè di cavolfiore
    Finocchi al gratin
    Arista di maiale in salsa d’aringhe
    Torta salata al gorgonzola e pinoli
    Insalata di arance
    Sfoglia di borragine ed ortiche
    Mandarini canditi e ricotta fresca
    Panettone in salsa di cioccolato al brandy

    Oggi i fornelli fremono…….

    • Rosa
      23 dicembre 2010 alle 8:24

      dimenticavo…..

      Crauti all’uva sultanina
      Corona di fichi con ripieno di cioccolato bianco

      Oh, mamma!
      ce la farò? E’ una corsa contro il tempo…..
      già cucino dalle 6 di stamattina

      • 23 dicembre 2010 alle 11:30

        Mmmmh…
        Ma per quante persone?

      • Rosa
        23 dicembre 2010 alle 12:10

        Non più del “Pranzo di Babette”, oltre il mio piccolo cane…. ma per lui ho pronto il wurstel!

  18. Sebastian
    23 dicembre 2010 alle 16:38

    mmm buon il wurstel!

  19. Rosa
    23 dicembre 2010 alle 18:22

    Seb, a cuccia! !!! 😆

    Bene, bene…. il più è fatto! Che profumi…
    Ora, finiamo di impacchettare i regali….

    • Sebastian
      23 dicembre 2010 alle 19:13

      Non mi parlare di regali! Chse stress!! Organizzare tutto in un pio di giorni, col traffico palermitano non è sempre agevole. Meno male che i centri commerciali, con tanto di posteggio, velocizzano l’operazione!
      Quest’anno, mi hanno inondato di panettoni, poi! Praticamente è impossibile mangiarli tutti! Evidentemente costano poco, quest’anno!

  20. 31 dicembre 2010 alle 18:51

    cotechino_con_lenticchie

    • Sebastian
      31 dicembre 2010 alle 20:44

      WOW!!! Fantastico!! Complimenti, chiisà che buono!! Brava!

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